«Bondone, ecco il vero tema elettorale» 

Il consigliere delegato Maestranzi: «La funivia avrà lo stesso effetto del Muse, la città deve mettere sul piatto il suo progetto»



TRENTO. «L’assessore Stanchina ha perfettamente ragione: tempo cinque anni (due per la burocrazia e tre per realizzare le opere) e l’impianto funiviario Trento-Bondone potrebbe fare per la città quello che ha fatto il Muse». Il consigliere comunale Dario Maestranzi - con delega per la montagna di Trento dopo le dichiarazioni di Stanchina (sul Trentino di ieri) rilancia e fissa anche un punto fermo: «Purtroppo siamo arrivati “lunghi” con questo progetto, proprio in vista della campagna elettorale, fuori tempo massimo per questa giunta che non può prendersi impegni. Ma è proprio il momento in cui si deve aprire il dibattito su questa opera pubblica che deve entrare nel dibattito delle elezioni di ottobre perché si tratta di un progetto di valenza provinciale, esattamente come lo è stato il Muse che è stato finanziato proprio dalla Provincia. Ogni anno la Provincia fa un’operazione come questa, pensiamo all’operazione a favore del comprensorio sciistico di San Martino di Castrozza e l’estate scorsa all’operazione finanziaria per sostenere l’acquisto delle Funivie Folgarida da parte di Campiglio».

L’appello di Maestranzi è chiaro: i candidati (appena ci saranno...) dicano da che parte stanno. E aggiunge: «Per la città di Trento non si tratta di un tema fra i tanti, ma IL tema, perché parliamo di un’opera in grado di cambiare (in bene) i destini di una città come Trento».

Sul piatto c’è il master plan predisposto dal Comune di Trento che Maestranzi - a inizio giugno - avrebbe voluto presentare al governatore Rossi e all’assessore Daldoss, se non fosse che era scaduto il tempo. Un documento che individua nell’impianto a fune una grossa opportunità per la città e una scelta decisiva per il futuro della montagna di Trento. Un documento in cui sono raccolte le opinioni di esperti di vari settori, senza che nessuno si sia detto contrario.

La spesa (di realizzazione) è di 40 milioni di euro. Meno del Muse che ne costò 70, fa notare Maestranzi: «Chi ha dubbi porti dei dati, faccio notare che finora il fronte dei contrari non si è mai costituito». Quanto ai contenuti di cui deve essere dotato i Bondone, l’obiettivo è di partire appena ci saranno certezze sulla realizzazione dell’impianto a fune: «C’è gente pronta con il blocchetto di assegni per investire sul Bondone, appena ci sarà la notizia che l’impianto si farà. Altrove ci dicono: che costa state aspettando? Pensiamo a Merano, Bolzano, Aosta, ma anche alla telecabina del Monte Baldo. È tutto nero su bianco nei nostri studi, mica chiacchiere.

(a.s.)














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