il dibattito

«Basta falsità, le imprese portino idee»

Il governatore Rossi risponde a Bonazzi: «In Trentino tasse più basse che a Bolzano, valuteremo ricadute e correttivi»


di Chiara Bert


TRENTO. «Adesso basta con i luoghi comuni, il Trentino spendaccione, l’Alto Adige efficiente. Basta con le falsità sulle tasse. Le imprese ci stimolino con idee innovative, non pensino solo a rivendicare». Al governatore Ugo Rossi, appena rientrato dalle ferie in Scozia, non è piaciuta l’intervista del presidente di Confindustria Giulio Bonazzi (Trentino di ieri) che in vista della manovra finanziaria d’autunno ha mandato alla Provincia questo messaggio: «Il Trentino ha costi troppo alti, non toccate le agevolazioni alle imprese perché nessuno investirà più qui».

Presidente Rossi, gli industriali mettono le mani avanti. I loro timori sono fondati? Rivedrete le agevolazioni alle imprese?

Guardi, questa preoccupazione ci sta da parte di un’associazione di categoria ma non accetto che a supporto delle rivendicazioni si portino dati sbagliati.

Cosa contesta?

Non sono io a contestare i dati citati da Bonazzi, ma la relazione della Banca d’Italia che ricorda che le tasse locali, Irap in primis, sono più basse in Trentino che in Alto Adige. Abbiamo ridotto l’aliquota ordinaria al 2,3% contro il 2,68 della provincia di Bolzano, e l’abbiamo ridotta ancora di più per le imprese che aumentano o mantengono l’occupazione, addirittura azzerata per le nuove imprese che si insediano in Trentino.

C’è però un problema di contesto economico italiano che riguarda anche il Trentino?

Certo che c’è. Le tasse sulle imprese a livello nazionale sono troppo alte. Nonostante il nostro carico fiscale sia più basso, il nostro sistema produttivo è meno reattivo perché più vocato alla domanda interna. Ed è un dato di fatto che l’Alto Adige gode di un vantaggio competitivo basato su due dati: il valore aggiunto del turismo che non è di oggi ma è così da cinquant’anni, e soprattutto la capacità di esportazione verso il mondo tedesco che è l’unica economia che è cresciuta in questi anni. Detto questo, inviterei a smetterla con i luoghi comuni e a smetterla di piangerci addosso.

Bonazzi dice che il Trentino non deve confrontarsi con l’Italia che sta peggio ma con i più bravi in Europa.

Benissimo. Ricordo che il Trentino ha il quarto Pil d’Italia, abbiamo una qualità di vita che è ai livelli della Svezia, il tasso di disoccupazione è cresciuto ma è la metà di quello italiano, la nostra scuola è giudicata tra le migliori, l’Università è di altissimo livello così come il nostro sistema sanitario.

Il presidente di Confindustria lamenta una mancanza di coraggio nei tagli alla spesa corrente pubblica e alla burocrazia. Cosa risponde?

Anche qui, i dati di Bankitalia dicono che la nostra spesa corrente pubblica è diminuita ed è più bassa dell’Alto Adige. Vedo che Bonazzi cita le risorse per il rinnovo dei contratti pubblici, vorrei ricordargli che Bolzano ne ha messe più di noi e infatti i nostri sindacati protestano. La colpa non può essere sempre solo della politica. Se si tratta di sfidare la politica a essere più propulsiva e reattiva agli stimoli del privato, io accetto la sfida. Ma non si possono portare dati distorti.

Lei ha ripetuto anche in occasione dell’assestamento di bilancio che le imprese devono darsi da fare per essere più competitive. Cosa si aspetta?

Al netto di alcune realtà di grande spessore come quella del presidente di Confindustria (Aquafil, ndr), il nostro è un sistema produttivo fatto di imprese medio piccole e vocate alla domanda interna. Ci vogliono imprese che si mettano in discussione e che accettino la sfida dell’internazionalizzazione. Dobbiamo costruire la prossima legge finanziaria. Bene, io agli industriali dico: stimolateci, anticipate, venite con idee innovative. È chi fa il business che ci deve indicare la strada. Ma non si può solo rivendicare. E soprattutto non si possono sempre contrapporre i settori.

Si riferisce alle parole di Bonazzi sul «turismo ampiamente sovvenzionato dalla Provincia che porta solo l’8% del Pil»?

Una volta sono industriali contro artigiani, poi industria contro turismo. Io capisco le necessità di alzare la propria bandiera, ma in questo modo non si va da nessuna parte, questa volta lo dico io. Il turismo è un settore fondamentale per l’economia, e il valore aggiunto dell’Alto Adige ce lo dimostra.

Torniamo alla prossima Finanziaria. Sul piano fiscale qual è l’orientamento della giunta?

Cercheremo di mantenere un territorio a bassa pressione fiscale, dentro le compatibilità finanziarie. Dobbiamo aspettare il quadro delle scelte statali, che saranno condizionate dalle clausole di salvaguardia sull’Iva, e adattare le nostre politiche fiscali. Abbiamo anche detto che è necessario migliorare i nostri strumenti di valutazione delle politiche fiscali e ci stiamo lavorando: ci siederemo a un tavolo con le parti sociali e vedremo quali correttivi è opportuno fare. Vale anche per l’Irap.

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