Banconote riciclate nelle slot: tre sospettati

I gestori di due sale giochi di Trento, una di Rovereto e altre 4 fuori provincia hanno trovato nelle macchine i biglietti rossi, “macchiati” durante le rapine


di Luca Marognoli


TRENTO. Banconote da 50 euro macchiate quasi completamente di inchiostro rosso “spia”, che nessuno potrebbe mai spendere in un negozio senza essere preso per pazzo o denunciato. Bigliettoni di fatto inservibili ma che le slot machine accettano, tanto da essere rivenduti sul mercato nero a 5-10 euro. A scoprirne alcuni proprio i gestori di due sale giochi di Trento, l’Admiral di Gardolo, il Vegas di Cristo Re, assieme ai colleghi di Rovereto (dove c’è un altro Admiral), di Verona (due esercizi), Bologna e Chieti.

Il pigmento rosso, indelebile, non deriva certo da un incidente di tinteggiatura occorso ad un imbianchino: è il segnale, chiaro agli investigatori e non solo, che le banconote sono provento di furto o rapina. Nelle banche, infatti, il denaro cartaceo viene confezionato solitamente in pacchetti da mille euro: alcune mazzette “civetta” contengono dei piccoli serbatoi di inchiostro che si rompono all’atto dell’apertura dell’involucro rendendole carta straccia. O quasi, visto che la banda delle sale giochi aveva trovato il modo di reimpiegarle illecitamente per un valore totale di circa 2 mila euro. Non è noto se le rapine siano state commesse in Italia o all’estero (dove il sistema di macchiatura è utilizzato allo stesso modo), ma secondo la squadra mobile di Trento si può escludere che siano avvenute in Trentino.

Gli investigatori guidati dal dirigente Roberto Giacomelli, sotto il coordinamento del pm Pasquale Profiti, sono riusciti a risalire a tre romeni sospettati di avere speso illecitamente il denaro. Uno di loro, Sorin Dumitru Budeanu, 25 anni, senza fissa dimora ma domiciliato a Mezzolombardo, è stato arrestato con l’accusa di riciclaggio in concorso; il secondo è ricercato all’estero, tanto che è stata interessata l’Interpol, mentre la terza è una donna, anch’essa residente a Trento, ora indagata in stato di libertà.

Giacomelli ha sottolineato la fattiva collaborazione dei gestori di sale giochi, che in questa circostanza è risultata decisiva nel portare all’individuazione della banda.

Quando viene commessa una rapina, le banconote sporcate dall’inchiostro sono di norma una piccola parte perché le mazzette “civetta” non sono numerosissime. La parte pulita viene riciclata facendo acquisti di merci, ma quella “arrossata”, pur perdendo valore, non è considerata da buttare. Come questo episodio ha dimostrato.

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