«Assegni ai dirigenti a vita» Stop al bilancio della Regione 

La sentenza. La Corte dei Conti, dopo la pronuncia della Consulta, non ha approvato  le spese relative al pagamento delle indennità per chi svolgeva pro tempo ruoli direttivi



Trento. La Corte dei Conti ha bocciato i bilanci 2017 della Regione e della Provincia di Bolzano nella parte in cui prevedevano che le indennità dei dirigenti si trasformassero in assegni ad personam pensionabile. In pratica i funzionari che per un certo periodo venivano chiamati a svolgere ruoli dirigenziali ne mantenevano a vita il trattamento, anche quando non svolgevano più questo ruolo. Ma la Corte Costituzionale, attivata dalla Corte dei Conti, in una recente sentenza ha ritenuto illegittima la legge 11 del 2017 regionale che prevedeva questo meccanismo. Ieri, il giudizio di parifica, che era stato sospeso in attesa della sentenza, è stato completato. Per quanto riguarda la Regione il capitolo di bilancio, il procuratore di Trento della Corte dei Conti Marco Valerio Pozzato ha calcolato 30 mila 122 euro, mentre la pronuncia ha un impatto ben maggiore per quanto riguarda la Provincia di Bolzano e tutti gli altri enti pubblici altoatesini dove l’assegno ad personam era diventato la prassi generalizzata. Secondo quanto calcolato dalla procuratrice della Corte dei Conti di Bolzano, per la sola Provincia si tratta di una spesa di 825.788 euro.

La mancata parifica non ha conseguenze dirette, ma potrebbe averle indirette. Nel senso che le somme non dovessero essere recuperate potrebbero essere contestate dalla Corte dei Conti come danno erariale.

La Corte Costituzionale ha confermato la legittimazione della Corte dei Conti a sollevare questione di costituzionalità all’interno di un giudizio di parificazione.

Nel merito, poi, la Consulta ha affermato che la norma regionale che trasforma in maniera automatica l’idennità di posizione in assegno personale fisso e pensionabile secondo il regime retributivo ha invaso la competenza esclusiva dello Stato in materia di ordinamento civile. Questo perché, con la privatizzazione del pubblico impiego, la disciplina del trattamento giuridico ed economico dei dipendenti pubblici compete unicamente al legislatore statale.

Allo stesso modo la trasformazione dell’indennità in assegno personale pensionabile mediante il sistema retributivo attribuisce un illegittimo beneficio ai dipendenti, già eliminato dall’ordinamento pensionistico, che contrasta con la competenza esclusiva dello Stato in materia previdenziale. La Corte ha specificato che «incidendo in due materie di competenza esclusiva statale, quali l’ordinamento civile e la previdenza sociale, la normativa censurata pone in essere una lesione diretta dei principi posti a tutela dell’equilibrio del bilancio e della copertura della spesa presidiati dall’articolo 81 della Costituzione». Non è stata accolta la tesi di Provincia di Bolzano e Regione secondo la quale le indennità erogate sono coperte dall’avanzo di bilancio e quindi non pregiudicano in nessun modo l’equilibrio di bilancio. Per la Corte Costituzionale, infatti, gli avanzi di bilancio non possono essere impiegati discrezionalmente. La somma complessiva pagata dalla Regione ammonta a poco più di 30 mila euro. La Provincia di Bolzano ha già annunciato che recupererà le somme indebitamente versate.













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