trento

Ape, la chiedono 409 lavoratori precoci

08Scaduti i termini per la domanda: solo il 23% delle richieste viene da disoccupati. Nel resto d’Italia è il contrario


di Ubaldo Cordellini


TRENTO. Un territorio in cui le difficoltà sociali ci sono, ma in misura largamente inferiore al resto d'Italia, e in cui i lavoratori precoci che hanno maturato il diritto di andare in pensione in anticipo sono molti. Questi sono i due elementi che emergono dai dati sulle richieste di anticipo pensionistico. Il termine per la presentazione delle domande è scaduto ieri. L’Ape social è riservata a chi ha compiuto almeno 63 anni, in condizione di bisogno e che non ha ancora l’età per la pensione di vecchiaia. Mentre per i precoci si apre una finestra di uscita alla pensione con 41 anni di contributi versati (contro i 41 anni e 10 mesi per gli uomini e i 42 e 10 mesi se donne) a patto di rientrare in una delle quattro categorie di disagio valide per l’Ape sociale: disoccupazione da almeno 3 mesi, familiari disabili a carico, invalidità pari o superiore al 75%, aver svolto un lavoro usurante per almeno 6 anni negli ultimi 7.

Dai dati emerge che in Trentino, e anche in Alto Adige, la situazione è praticamente opposta a quella del resto del paese. Da noi le richieste di Ape social, ovvero la misura di protezione sociale prevista per chi ha almeno 63 anni e non ha lavoro, sono state 123, il 23% del totale, mentre le richieste di anticipo pensionistico per i lavoratori precoci (cioè tutti coloro i quali abbiano un anno di contributi prima dei 19 anni, 41 anni di contributi e 63 anni di età) sono state 409. Nelle altre regioni le cose cambiano e la proporzione è diametralmente opposta, cioè le richieste di Ape social sono circa l'80% mentre quelle dei lavoratori precoci sono intorno al 20%. Questo vuol dire che la condizione dei lavoratori in Trentino è molto meno precaria che nelle altre regioni. IL direttore dell'Inps Marco Zanotelli spiega: "E' un dato confortante che ci restituisce il quadro di un'economia sana dove si inizia a lavorare abbastanza presto e in cui non ci sono buchi contributivi, come accade spesso in altre regioni italiane. Qui il sistema di protezione sociale funziona".

La situazione in Alto Adige è del tutto simile, con 111 domande di Ape social e 395 domande di anticipo pensionistico da parte di lavoratori precoci. Per dare un'idea della differenza con altre realtà basti guardare al Lazio dove le domande di Ape social sono state 3588, ovvero l'83 per cento del totale.

Per finanziare le due categorie di anticipo pensionistico il governo ha stanziato a livello nazionale 300 milioni per l'Ape social e 350 milioni per i precoci. Secondo le prime stime i fondi sono più che sufficienti per coprire tutte le domande presentate in Trentino Alto Adige. In questa fase era necessario dimostrare di avere il requisito specifico per la categoria di beneficiari a cui si appartiene: stato di disoccupazione; assistere da almeno sei mesi un familiare convivente con handicap grave (legge 104/1992); invalidità civile almeno al 74 per cento.

Gli altri requisiti possono essere maturati successivamente, ma comunque entro l’anno di riferimento. Si tratta dei 63 anni, del minimo contributivo (30 o 36 anni), dei tre mesi dal termine del sussidio di disoccupazione (per i disoccupati), di aver svolto per almeno sei anni negli ultimi sette un’attività gravosa o, per i precoci, aver raggiunto i minimi per essere considerati “usurati”.

La domanda vera e propria di Ape o di pensione si farà in prossimità del raggiungimento effettivo di tutti i requisiti.













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