Andreatta, niente ricatti Ma i big scaldano i motori 

Se il sindaco si smarcherà da una maggioranza inquieta è già folta la pattuglia di chi vuole correre per il suo scranno: da Silvano Grisenti a Donata Borgonovo


di Gianpaolo Tessari


TRENTO. Ma il sindaco del capoluogo avrà voglia di rimanere sotto ricatto della propria magmatica maggioranza per un anno e mezzo? Chi conosce bene Alessandro Andreatta scandisce, come risposta, un no grande come una casa. Il sindaco ha detto e ripetuto di essere pronto a tornare ad insegnare Dante all’Arcivescovile nel 2020 e, se davvero non riuscisse a cementare la sua nuova giunta attorno ad alcuni progetti, potrebbe anche mandare tutti ad elezioni anticipate, senza cioè attendere la scadenza naturale della legislatura.

Il rimpasto novembrino in giunta comunale ha, del resto, scontentato il Pd, indebolito il Cantiere ed ha aumentato l’insoddisfazione di un Patt che, da tempo, minaccia di salutare la maggioranza. Oltre, ovviamente, ad aver alimentato il desiderio dell’opposizione di un ritorno alle urne sulle ali del vento che fa volare il centrodestra. Ma intanto sono già partite le manovre per la successione ad Andreatta e lo scontro politico si annuncia ad altissimo livello. Vediamo.

In primo piano vi è Silvano Grisenti. L’ex “ammiraglio mattone” di Lorenzo Dellai conosce assai bene la macchina comunale per avervi ricoperto il ruolo di assessore ai lavori pubblici. Le disavventure giudiziarie che gli hanno impedito di candidarsi alle provinciali sono pressochè alle spalle e, dunque, Grisenti incarna per molti la figura ideale di un candidato sindaco pragmatico, di centro(destra) e che “potrebbe” anche contare sull’appoggio della coalizione che, in Provincia, fa capo a Maurizio Fugatti. Quando, non molti mesi orsono, Progetto Trentino era transitato dal centrosinistra all’attuale maggioranza i bene informati vi avevano letto anche una sorta di patto per la candidatura di Grisenti (garante politico del partito) a sindaco della città.

Sempre da quel lato della barricata, parliamo del centrodestra, vi è anche il desiderio di Forza Italia di non essere completamente a traino della Lega e, proprio in queste ultime settimane, si sta facendo avanti un progetto per portare un altro uomo di grande esperienza, parliamo di Mario Malossini, sulla poltrona di primo cittadino a palazzo Thun. Un modo per dare visibilità a Forza Italia e per affidarsi ad un politico che ha dimostrato di avere idee e progetti soprattutto in ambito turistico, settore che (con Bondone, ma non solo) è più che mai centrale per Trento.

Ma il capoluogo è stato per decenni il fortino del centrosinistra, si era salvato financo nel marzo scorso, ed ecco che c’è chi vuole fortemente riconquistarlo. É il caso di Futura, con il neo consigliere provinciale Paolo Ghezzi che ha già detto a chiare lettere che il movimento lavora per portare una donna a Palazzo Thun. E chi meglio di Donata Borgonovo Re, la più votata in città 5 anni fa, corrisponde all’identikit di questa persona? Va detto che è notizia di due giorni fa l’addio della Borgonovo al Pd: davvero avrà voglia di tornare a spendersi anche se con in vista un ruolo di prestigio ed in grado di incidere non poco nella vista dei cittadini? Si vedrà, altrimenti Futura opterà per altre frecce da scoccare col proprio arco. Da questo scenario non esce benissimo Roberto Stanchina, assessore ed esponente del Patt, che per diventare sindaco studia praticamente dal primo minuto che ha varcato la soglia del Comune. Peccato per lui, e per le due stelle alpine, che il centrosinistra autonomista non esista più e che, con questa situazione, le ambizioni di Stanchina siano destinate a rimanere tali. E, forse, non è un caso che i toni degli autonomisti nei confronti di Andreatta siano ogni giorno meno concilianti.













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