«Andiamo in piazza per salvarci» 

Oggi la manifestazione mondiale. A Trento corteo alle 9 in via Verdi. La mobilitazione partita dagli studenti medi e universitari: via social ma anche nelle assemblee. «Il nostro movimento attraversa le generazioni. Il tempo per il pianeta è scaduto, serve un cambiamento radicale»


Chiara Bert


trento. «Vent’anni fa potevano bastare decisioni soft. Non le hanno prese, e ora non c’è più tempo. Per salvare il pianeta, per salvare tutti noi, bisogna essere radicali». Parlano così gli studenti che oggi invaderanno le strade di Trento: una marcia mondiale per il clima, ragazzi di 1600 città in oltre 100 Paesi che oggi diserteranno le lezioni, una mobilitazione come non si vedeva da tempi lontanissimi. La sedicenne svedese Greta Thunberg ne è diventata il volto mediatico, con le trecce e il suo cartello esposto ogni venerdì davanti al parlamento di Stoccolma “Sciopero scolastico per il clima”. Poi è stata un’onda, che nessuno sa ancora dove porterà.

La mobilitazione trentina

L’onda è arrivata anche a Trento. Il primo è stato Daniele, studente universitario, che ha aperto una pagina Facebook. La risposta è arrivata, il primo incontro è stato in un bar, universitari ma soprattutto studenti delle superiori, poi il bar è diventato troppo piccolo. Tutto in poche settimane. Com’è stato possibile? «Non me lo sarei mai aspettato», confessa Alberto Dallago, 18 anni, studente del Liceo Rosmini. «Di fronte a un tema così non conta essere di destra o di sinistra, nessuno può dire “non mi interessa”, questo tema ci riguarda tutti, più super partes non potrebbe essere». «La nostra forza è la comunicazione- spiega Silvia Rigo, 20 anni - sui social, istantanea, i gruppi Whatsapp, le telefonate collettive. Non per propagare odio, ma per costruire qualcosa». Ma oltre ai social gli studenti riscoprono anche le assemblee, una volta al parco, allo studentato Mayer, di nuovo stretti al bar: «Si sono mossi anche i più passivi di noi». Sono arrivati anche gli adulti, associazioni, singoli, professori universitari, esperti di clima. «Una contaminazione benefica - la definisce Valentina Angeli, 20 anni - la bellezza di questo movimento è il suo essere aperto e intergenerazionale. Gli scienziati indicano la strada, il nostro obiettivo è coinvolgere».

I temi

Ne è nato un manifesto-appello in cinque punti: il sistema economico da cambiare, l’alimentazione, l’energia, le migrazioni climatiche, i trasporti. Ci hanno lavorato, in gruppi. «L’obiettivo è comune e tiene insieme persone diverse», racconta Federico Macchi, 20 anni, «si discute di come arrivarci». «Non vogliamo un contentino, vogliamo un cambiamento radicale», gli fa eco Alberto. Quale? «Tagliare i gas serra, smettere di estrarre petrolio, per esempio». O chiudere le acciaierie come quella di Taranto: «Non si può fare domani, ma si può fare. No al ricatto dei posti di lavoro, la riconversione ecologica ne porterà di nuovi», affermano convinte Silvia e Sofia Giunta, 21 anni. Il cambiamento- avvertono - dovrà essere dal basso e dall’alto. «Ci mobilitiamo contro l’immobilismo di chi decide, ma conta la consapevolezza di tutti», dice Federico. «Siamo tutti noi, con le nostre scelte quotidiane, che possiamo condizionare la politica e le aziende», aggiunge Valentina.

Oggi in corteo

«Chi può decidere, in alto, dovrà ascoltarci», assicurano, «perché il tempo è pochissimo, siamo già in emergenza». «Se non lo faranno, dovremmo diventare più antipatici». Oggi il corteo partirà alle 9 da via Verdi: attese migliaia di persone da tutto il Trentino. «Ma è solo il punto di partenza, martedì prossimo abbiamo già fissato un’assemblea». Gli studenti sono tornati.













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