Addio a Fabio Pederzini neonatologo del Santa Chiara

Fabio Pederzini, neonatologo dell’ospedale Santa Chiara, da alcuni giorni riposa nel cimitero di Povo. Aveva appena 60 anni, lascia i figli Luca e Giulia e la moglie Marina



TRENTO. Fabio Pederzini, neonatologo dell’ospedale Santa Chiara, da alcuni giorni riposa nel cimitero di Povo. Aveva appena 60 anni, lascia i figli Luca e Giulia e la moglie Marina che gli è stata accanto sino all’ultimo, accudendolo con amoroso affetto. Ma Pederzini lascia anche un grande vuoto tra i tanti, colleghi e non, che l’hanno conosciuto ed apprezzato per la sua infaticabile operosità in ospedale, all’interno del reparto di neonatologia, durata circa vent’anni. Parlare di Fabio non è facile ,schivo e riservato com’era e sempre preoccupato di operare per il bene comune. In realtà Pederzini era uomo da prima linea, nel senso dell’impegno all’interno del suo reparto che non ha mai smesso di amare, anche quando ridotto all’osso in termini di organico, è stato strizzato come un limone. Oggi la neonatologia fa miracoli, colma vuoti e lacune della gravidanza non lasciando più nulla di intentato anche a limiti di peso estremi. Pederzini amava la sfida, meticoloso e preciso nella sua attività, andava oltre la normale dedizione per spendersi in modo totale nella pratica clinica. Ma come se non gli bastasse, lui che era un medico sempre alla ricerca di nuovi obiettivi, aveva deciso di colmare anche la lacuna della prevenzione degli infortuni in età pediatrica. Vinta la sfida di salvare un sempre maggior numero di bambini immaturi o con importanti patologie alla nascita, Pederzini aveva deciso che bisognava ridurre anche il numero dei bambini vittime di incidenti domestici. A quest’ultimo tema, che ha avuto in Pederzini un precursore a livello europeo ha dedicato tutto il suo tempo libero, legandosi ad un’importante attività di ricerca e divulgazione delle tecniche di prevenzione degli incidenti in età pediatrica. Era instacabile nell’organizzare eventi che mirassero a far conoscere le procedure di rianimazione cardiopolmonare necessarie per soccorrere i bambini che per un’ostruzione delle vie aeree rischiavano danni cerebrali importanti. Faceva quest’attività, ma nello stesso tempo creava un rete, sviluppata soprattutto nel nord Italia ed in Germania, che ora potrà camminare con le proprie gambe. Lunedì 14 gennaio, alle ore 21, presso la sede della circoscrizione di Povo Fabio Pederzini, sarà ricordato nel corso di una cerimonia aperta a tutti. (ri.ca.)













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