Abuso di sostanze fra i detenuti: in tre all’ospedale 

Attimi di tensione in carcere a Trento fra giovedì e venerdì Il Sinappe: «Servono sezioni chiuse e cani anti droga»



TRENTO. Tre detenuti del carcere di Trento ricoverati in poche ore: due magrebini a causa di un mix tra psicofarmaci e, probabilmente, droga, un altro magrebino dopo aver ingerito detergenti. Il primo episodio è accaduto giovedì sera, creando attimi di forte tensione tra i detenuti che avevano perso il controllo delle proprie azioni, gli agenti di polizia penitenziaria intervenuti per sedare gli animi e i sanitari, al lavoro per prestare soccorso ai due magrebini che si erano anche procurati delle lesioni, con una lametta da barba, all’interno della cella. Ieri mattina, pronto l’intervento degli stessi agenti e nuovamente dei sanitari per prestare soccorso ad un altro detenuto, anch’esso magrebino, che aveva ingerito detergenti. Il Sinappe, Sindacato nazionale autonomo di polizia penitenziaria, contattato per capire come mai certi episodi si possano verificare anche in un carcere modello, come quello di Trento, spiega che molte sono, fortunatamente, le attività dedicate ai detenuti, che si svolgono all’interno del carcere. «Gli agenti non hanno però la facoltà di controllare, perquisire fisicamente, chiunque entri nella struttura, a meno che non ve ne sia un fondato motivo». Andrea Mazzarese, Segretraio Regionale del Sinappe, con competenza per il Triveneto, si dice vicino ad agenti e sanitari che si sono trovati in simili circostanze. «Ci prodigheremo per tutelarne la sicurezza» assicura, non nascondendo la preoccupazione per l’accaduto. Secondo quanto si è appreso, nella serata di giovedì, due detenuti, all’interno delle loro celle, si sarebbero procurati delle ferite con delle lamette da barba. Attimi drammatici, che si sarebbero tradotti poi anche in attimi di tensione, nonostante l’immediato intervento degli agenti di polizia penitenziaria e dei sanitari. I detenuti avrebbero preso a male parole e minacciato (in preda ad un’evidente alterazione) gli uni e gli altri. Insulti e sputi, hanno reso complicato l’intervento in sicurezza anche degli operatori sanitari. Pare che i due detenuti fossero in preda ad un abuso di psicofarmaci (probabilmente un accumulo di quelle sostanze prese tutte insieme) cui si sarebbero sommati gli effetti di un consumo di droga. I due, dopo un soccorso complesso, sono stati comunque affidati alle cure dell’ospedale di Trento. Altro ricovero ieri mattina: un detenuto avrebbe ingerito un detergente, forse candeggina, finendo anch’esso all’ospedale. «Una situazione difficile –precisa Sinappe- servirebbero più unità cinofile. Gli agenti non possono, per legge, perquisire fisicamente chiunque entri in carcere, a meno che non ve ne siano fondati motivi. Necessario attivare anche sezioni chiuse, dove ospitare i soggetti che non sono ancora pronti per la vita in comunità, in “libertà”, che il carcere offre. Queste sezioni sono previste dalle legge ex 32 dell’ordinamento penitenziario. Su 16 case circondariali del Triveneto, le sezioni chiuse esistono in 14 realtà, mancano in quattro. Tra queste quattro anche la casa circondariale di Trento. Necessario, inoltre, aumentare la presenza dei cani anti droga». (f.q.)













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