5G, i dubbi e le paure dei Comuni trentini 

Il Caso della settimana. Quattro municipi sono stati scelti per la sperimentazione. I sindaci di Castel Condino e Terragnolo: «Compaesani perplessi, non vogliamo azzardi sulla salute»


Luca Petermaier


Trento. Mentre a Milano ieri è stata accesa la prima rete 5G italiana, 900 chilometri più a nord - a Bruxelles - il ministro dell’ambiente della regione belga ha bloccato l’avanzata della nuova tecnologia. Motivo? Poca chiarezza sulle emissioni delle antenne. Una situazione di (relativo) caos che restituisce in modo plastico il clima che si è creato attorno alla nuova tecnologia delle comunicazioni mobili: tra opportunità e incertezze ci si sta muovendo in ordine sparso. Tra Milano e Bruxelles ci sono anche quattro comuni trentini nei quali - nel giro di qualche mese, ma in realtà forse di qualche anno - dovrebbe partire la sperimentazione del 5G e dove, ad oggi, i timori sono ben più diffusi delle speranze.

Il 5G in Trentino

Torniamo innanzitutto a chiarire che cos’è il 5G. Si tratta di un nuovo sistema di radiofrequenze, utilizzato finora per i radar e le comunicazioni militari. Servirà a connettere tutto: non solo pc o telefoni, ma anche elettrodomestici, oggetti. Insomma: il cosiddetto “internet delle cose”. Il 5G utilizza onde radio ad alte frequenze, fino a 300 GHz. Sono queste alte frequenze il motivo dell’aumento di velocità, ma al contempo rendono la propagazione del segnale più difficile. Ciò significa che per una copertura capillare ci vorranno molti più ripetitori. L’AgCom (l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni) ha individuato 120 comuni svantaggiati in Italia in cui il 5G dovrà essere garantito. Tra questi anche quattro municipi trentini: Valfloriana, Sover, Castel Condino e Terragnolo.

I dubbi di Castel Condino

Nei Comuni trentini prescelti non si sta con le mani in mano. «Abbiamo già chiesto all’Autorità dei chiarimenti in merito alla pericolosità del 5G. Ci è stato risposto che la questione è ancora all’attenzione delle commissioni parlamentari. Abbiamo contattato anche quelle, ma mi par di capire che non c’è alcun dato certo» - spiega Stefano Bagozzi, sindaco di Castel Condino. Ma i compaesani cosa ne pensano? «C’è perplessità. Ho delle pressioni, anche da parte dei sindaci vicini, che mi chiedono di sospendere tutto. Ma prima di farlo voglio capire se ci sono davvero dei rischi perché qui da noi metà paese è totalmente scoperto dalla tecnologia 4G e sarebbe una beffa rimanere indietro. Certo, i cittadini si fanno domande, vedono la tv, sentono dei rischi alla salute legati alle alte frequenze e mi chiedono cautela».

Le perplessità di Terragnolo

Anche a Terragnolo il confronto del sindaco con i compaesani è costante. Il primo cittadino Lorenzo Galletti spiega che «stiamo raccogliendo il maggior numero di informazioni possibili. In questi mesi è stata fatta anche una riunione dell’associazione “Stop 5G” in paese. Inutile nascondere che le perplessità e i timori dei cittadini sono tanti, soprattutto perché non esistono ancora dati certi. In paese queste paure si percepiscono, la gente ne parla e noi non sappiamo cosa rispondere perché le informazioni mancano o sono discordanti. Noi - conclude il sindaco - abbiamo promosso un volantino sull’elettromagnetismo, spiegandone rischi e opportunità. In paese è anche partita una raccolta firme per capire meglio la tecnologia 5G. Diciamo che in pochi sono contrari, ma quasi tutti chiedono più informazioni».













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