Rovereto Calcio: a tavola 50 anni dopo 

Rimpatriata dei giocatori che col presidente Albertini furono protagonisti della promozione in serie C



ROVERETO. Cinquant’anni fa il Rovereto Calcio raggiungeva la promozione in serie C, coronando un sogno che migliaia di tifosi fino a quel momento ritenevano impossibile da realizzare. Prima squadra in regione ad approdare al calcio che conta, sospinta e sostenuta da una passione anche popolare di cui ancora in città si parla e che purtroppo non ha più avuto uguali. Di quella squadra e di quei campioni si parla ancora in città. Indimenticati ed indimenticabili protagonisti di una stagione esaltante. Qualcuno di loro - pochi per la verità - è rimasto a Rovereto, altri dopo quegli anni non sono più tornati e rimangono nella memoria collettiva i ragazzi di allora. Con le loro particolarità tecniche e di carattere, i loro gesti scaramantici, i loro vezzi. E quelle “ragazzate”, appunto, che hanno fatto epoca. Come l’eternamente citata scommessa di Vendrame, che si era fatto i quasi 25 chilometri tra Rovereto e Riva a marcia indietro...

Ieri sotto la guida di Alessandro Toldo, i ragazzi di allora, quelli che a vario titolo erano stati protagonisti di quella esaltante avventura, si sono ritrovati a festeggiare questo anniversario. E a ricordare come una cittadina di 34 mila abitanti si era ritrovata nel calcio che contava davvero.

Barba, Boschi, Miorandi, Rizzati, Muraro, Cantagallo Taddei Battiston, Nardelli, Rigoni, Ghidoni hanno accolto l'invito di Elena e Romano Albertini, figli del Presidentissimo Remo Albertini, a ritrovarsi per un pranzo e rinverdire i ricordi di un momento magico della Rovereto degli anni Sessanta, centro dell'economia industriale e sportiva. Fra aneddoti, risate, pacche sulle spalle e tanta commozione si sono rivissute le vittorie che portarono a quel traguardo sotto la guida dell'allenatore Giavara, morto prematuramente a soli 37 anni, i personaggi tipo Vendrame che da giocoliere qual'era trattava il pallone e gli avversari come marionette al servizio della sua genialità e l'entusiasmo incredibile che allora permeava l'intera città. L'incontro si è chiuso con la promessa di dare un seguito a questo Amarcord affinché Rovereto non dimentichi gli uomini che anche nello sport l'hanno fatta grande.















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