«Posizione infelice: il mercatino solidale è stato penalizzato» 

L’amarezza dei volontari nel cortile urbano di via Roma «Il Comune dove trovare una sistemazione migliore»  


di Giancarlo Rudari


ROVERETO. C’è chi fa affari e chi non incassa nemmeno un becco di quattrino. Chi la sera chiude la casetta al mercatino di Natale soddisfatto e chi, invece, è demoralizzato e incavolato. Sono i due volti del mercatino di Natale: da un lato quello commerciale e dall’altro quello dei volontari che a turno il sabato e la domenica occupano una delle casette nel cortile urbano di via Roma per far conoscere la loro associazione e raccogliere qualche soldino, utile per finanziare le loro attività. Solo che di soldi (oltre che di gente) non se ne vedono proprio...

«Provi ad indovinare quanto abbiamo incassato oggi (le 17 di ieri ndr): un euro, tra l’altro per un oggetto acquistato da una di noi. No, mi creda, è davvero deprimente, abbiamo tutti il morale a terra... Non raccontiamo bugie: lo vede anche lei che qui non gira nessuno. Ma perché il Comune non ci ha trovato un’altra area per avere anche noi un po’ di visibilità? Proprio qui doveva piazzarci? Almeno poteva metterci in via Roma per far sapere che ci sono le associazioni volontariato» spiegano Gina Secchi, Carla Baroni e Rina Pernecher dell’associazione quartiere solidale del Brione. «Quelli che proponiamo sono tutti oggetti realizzati a mano dalle nostre volontarie per finanziare le varie attività: ma come li abbiamo portati, dovremo pensare anche di riportarceli a casa».

«Ci mettono in una posizione centrale (via Roma), dopo essere stati in San Marco e in piazzetta S. Osvaldo ma spostano il mercatino e quindi siamo daccapo. Nessuno sa dove siamo anche perché queste bancarelle solidali non sono state pubblicizzate e non c’è alcun cartello...» affermano amareggiate Federica Tonolli e Federica Manfrini di Mlal Trentino. «Quando si organizzano le cose si dovrebbe cercare di metterle nelle condizioni migliori: non è il caso di questo mercatino. La dislocazione è sbagliata e ovviamente siamo penalizzati. Potevano mettere almeno u n bacchino con il vin brulè...» dicono Mmyrrina Fendos ed Elena Tonelli di “Children of the sea”. Scarso passaggio di gene e posizione infelice «tanto che siamo praticamente isolati» ribadisce Luisa Ceccon della Croce rosssa roveretana che gestisce anche il punto bimbo riscaldato. E la solidarietà passa anche attraverso le mani e le forbici di due parrucchieri Filippo Erba e Chrisitian Polegher che oggi (dalle 14 alle 18) e domenica prossima (dalle 13 alle 18) saranno nella casetta dell’Ail (Associazione italiana lotta alla leuemia) per un taglio di capelli (solo maschile): con un’offerta libera verrà aiutata e sostenuta la ricerca medica.

©RIPRODUZIONE RISERVATA















Scuola & Ricerca

In primo piano