«Piazza Loreto non deve essere il dormitorio dei senza tetto» 

L’assessore Previdi dopo le proteste di alcuni residenti: «Queste persone possono utilizzare  le strutture di accoglienza. Dobbiamo avere attenzione nei confronti di chi vive e lavora in centro»


di Michele Stinghen


ROVERETO. Saranno invitati a lasciare la piazza, i senzatetto che in questi giorni hanno scelto le panchine di fronte alla chiesa di Loreto per trascorrervi la notte. Li si cercherà di indirizzare al Portico, il centro di accoglienza per chi è senza casa, anche se il sospetto è che si tratti del gruppo di clochard che sistematicamente rifiuta qualsiasi forma di aiuto. L'assessore alle politiche sociali Mauro Previdi riconosce che sinora i senza tetto non avevano mai scelto una piazza del centro storico per la notte. Ed è questo uno dei motivi per i quali ancora non si sa con certezza di chi si tratti, sebbene difficilmente si tratterà di persone nuove. «Dato che, prima di questo episodio, erano altri i luoghi scelti dai senza casa per la notte, l'unità di strada della Caritas non li aveva ancora raggiunti, nè abbiamo ricevuto segnalazioni dai vigili urbani. Va detto che in questi anni abbiamo fatto diversi interventi, smobilitando ex Alpe, ex Macello, ex Marangoni, via Sticcotta... forse anche per questo i "posti" si riducono. Manderemo questi servizi a verificare durante le prossime notti», ci risponde l'assessore Previdi. Più di un "sospetto" c'è tuttavia, e cioè che si tratti delle persone che fino a pochi giorni fa restavano accampate nei pressi dei giardini di santa Maria, fino a quando non c’ è stata un'operazione di pulizia e sgombero, pochi giorni fa. Anche in questo caso, verranno invitati ad andarsene da piazza Loreto, e non potranno accamparsi a dormire sulle panchine. «Ma non perché abbiamo qualcosa contro di loro - spiega Mauro Previdi - ma per una semplice questione di vivibilità della piazza. Ci sono dei bar, i residenti, dobbiamo avere attenzione nei loro confronti. Non li spostiamo per toglierceli dagli occhi, l'allontanamento non è la soluzione: spiegheremo loro che a Rovereto ci sono delle strutture di accoglienza e varie possibilità per essere aiutati. Li indirizzeremo al Portico in Santa Caterina». Il Portico, va detto, è in questi giorni è pieno, e ci sono, in tutta la provincia, 27 persone in lista d'attesa. Otto di queste entreranno nei prossimi giorni. Ci sono però senza tetto che rifiutano qualsiasi tipo di aiuto, e tra questi vi sono quelli che si accampavano ai giardini di Santa Maria. «Questi - spiega Previdi - sono cittadini in prevalenza di origine rumena, che non accettano aiuti, perché, per ragioni loro, non vogliono essere inseriti nei circuiti di assistenza e "controllo", nè sono disponibili a collaborare: si rifiutano persino di andare al diurno, per un pasto o una doccia». Di fronte a ciò, c'è poco da fare. Previdi invita i cittadini a non dare elemosine: «Se si dà soldi si mantiene il fenomeno così com'è - afferma - più di una volta i soldi ricevuti in dono sono stati usati da alcuni di questi per alcol o slot. La solidarietà non la si esplica nell'elemosina, ma nel mettere a disposizione strutture di accoglienza e servizi».

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