«Persona straordinaria e capace» 

La commozione di Tarter (Cofas), Rossi e Dallapiccola, Malossini e Mellarini



ROVERETO . Per ricordare con affetto la figura di Paolo Manfrini si sono scomodati in molti, da tutto il Trentino. Gino Tarter, presidente della Co.F.As ne ha sottolineato il ruolo di primo piano «nel cammino di crescita artistica e culturale che la Co.F.As. si è impegnata a portare avanti negli ultimi trent’anni. È quindi davvero profondo il vuoto che la sua scomparsa lascia del teatro amatoriale trentino e forte il sentimento di vicinanza nei confronti di chi, accanto a lui, ha condiviso una vicenda familiare che ha avuto intensi momenti di contatto anche sul palcoscenico». Tarter ne ha sottolineato l’amore per il teatro, l’aveva ereditato dal padre Talieno, «uomo di cultura sensibile e raffinato, autore di testi drammaturgici in italiano e dialetto che nel corso degli anni Settanta e Ottanta rappresentarono il cavallo di battaglia di molte filodrammatiche». Pur lavorando a contatto con realtà ai massimi livelli professionistici dello spettacolo, nota il presidente della Co.F.As, «ha voluto spendersi anche in ambito amatoriale, nella convinzione che anche il mondo delle filodrammatiche possa raggiungere, attraverso l’impegno e la serietà della preparazione, traguardi di qualità». Ha guidato fin dagli esordi la Compagnia di Lizzana ed è stato l’anima organizzativa del “Sipario d’Oro”. Della Co.F.As. era stato anche vicepresidente per un quadriennio (dal 1996 al 2000), spendendosi molto per il teatro amatoriale, soprattutto tra i giovani. Il presidente della Provincia Ugo Rossi e l’assessore Michele Dallapiccola ricordano come «grazie al suo impegno e alla sua creatività, ha dato un contributo importante alla crescita del Trentino, nella sua dimensione turistica e culturale. Fondatore del Festival Oriente Occidente, è stato l’ideatore, instancabile, di tante iniziative e manifestazioni di rilevo internazionale, che hanno dato notorietà e prestigio al territorio, fra cui “I suoni delle Dolomiti” e “Se in Trentino d'Estate un Castello”». Nel 2016 era stato insignito del Sigillo di San Venceslao, una delle più importanti onorificenze della Provincia . Lo ricorda anche l’ex presidente della Provincia Mario Malossini: «Una persona straordinaria, con quel suo tratto sempre pacato, gentile, sereno, con un sorriso che ti metteva a tuo agio. Una intelligenza che non aveva pause nell’ ideare, progettare, inventare. Mi aveva già colpito, allora, quando nel 1987 ho dato corso alla costituzione della Apt provinciale l’ho chiamato, l’ho incontrato proponendogli di far parte della squadra per costruire assieme un nuovo progetto di turismo trentino. Per lui si trattava di fare una scelta. Lasciare il giornale “Alto Adige” ed accettare questa nuova sfida. Ricordo che andai a parlare con il suo direttore Franco De Battaglia che mi guardò sbigottito. Dopo un po’ di tempo, Paolo mi diede la sua disponibilità e De Battaglia allentò la resistenza». Manfrini condivise con Malossini l’avventura del marchio della farfalla, simbolo di un Trentino turistico. Tra i vari episodi, Malossini ne ricorda uno, al Teatro Sociale di Trento, all’annuale serata di gala per consegnare la “farfalla d’oro” a quanti erano alleati a valorizzare il marchio del Trentino. «In una edizione mi portò a Trento come ospite d’onore il famoso ballerino russo Nurejev». Per l’assessore provinciale alla cultura Tiziano Mellarini «con Paolo Manfrini se ne va un grande protagonista del turismo e della cultura trentina degli ultimi trent'anni. Fine giornalista, di rara intelligenza, uomo di grande cultura, creativo e al servizio delle istituzioni ha contribuito a internazionalizzare il Trentino con molte sue intuizioni. Con il Festival “Oriente Occidente” e i “Suoni delle Dolomiti”, due delle sue apprezzate ideazioni, ha aperto il Trentino all'innovazione culturale dando avvio a un processo di modernizzazione che oggi molto deve a lui». Ma Mellarini vuole anche mettere in risalto anche «la grande forza e dignità con cui ha combattuto fino agli ultimi giorni la malattia, un esempio di sensibilità di un intellettuale dall’animo buono e gentile, con una particolare ironia e con uno sguardo al futuro sempre accompagnato da una visione positiva della vita».













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