«Operai utilizzati in maniera arrogante» 

La Cgil del Trentino dopo i quattro licenziamenti accusa il gruppo industriale di «lacerare la stessa coesione sociale»


di Giancarlo Rudari


ROVERETO. E’ un passo significativo quello compiuto dall’assemblea generale della Cgil del Trentino che ha condannato all’unanimità l’atteggiamento di due importanti aziende trentine del Gruppo Aquafil per le vicende che riguardano lavoratori di Aquaspace e Aquafil. Significativo perché non sono più soltanto i sindacalisti della Filctem Fabiano Malesardi e Mario Cerutti, ma il parlamentino della Cgil trentina. Che ha avuto parole dure nei confronti del Gruppo Aquafil: «Da un importante gruppo manifatturiero che proprio in Trentino ha trovato le condizioni ideali per crescere e svilupparsi, addirittura a livello internazionale, questo modo di fare è inaccettabile in primo luogo perché tende a utilizzare i propri dipendenti in maniera meschina e arrogante, scaricando di fatto tutto il peso della vicenda sulle loro spalle; in secondo luogo, con tale atteggiamento, si crea un precedente che degrada le relazioni sindacali e lacera la stessa coesione sociale. Tutto questo - conclude il documento votato all’unanimità - è inaccettabile e questo non è il Trentino che vogliamo!»

Il documento dell’assemblea generale della Cgil del Trentino «esprime innanizitutto solidarietà e vicinanza ai lavoratori coinvolti» nella vicenda Aquaspace che ha visto quattro lavoratori licenziati mentre nello stesso momento l’Aquafil di Arco - di cui l’azienda roveretana (di proprietà di Giulio Bonazzi) non fa parte, ma è amministrata da un dirigente del medesimo gruppo - «assumeva personale con mansioni equipollenti». Una scelta (il licenziamento dei quattro operai) arrivata a poca distanza dal no del gip di Trento alla richiesta di dissequestro dell’impianto di depurazione bloccato dopo l’inchiesta da parte della Dda di Trento. E mentre da una parte si licenziava (Aquaspace), dall’altra si assumeva (Aquafil) personale che aveva le stesse mansioni ma pescato sul mercato interinale per rimpolpare l’organico. Cerutti aveva tuonato contro una decisione «che risponde ad una precisa scelta, quella di non riassorbire la manodopera, espulsa senza alcuna colpa per le difficoltà aziendali conseguenti al sequestro del depuratore. Temo che presto la situazione possa precipitare, se la tempistica delle indagini confermerà le attese. È un precedente importante, in negativo. Perché dimostra che i protocolli firmati tra industriali e Provincia si rivelano inefficaci, pura accademia...». Proprio Cerutti e Malesardi hanno proposto un ordine del giorno all’assemblea generale della Cgil che ha approvato all’unanimità il documento: «Un segnale che evidenzia la gravità della situazione e l’atteggiamento che degrada le relazioni sindacali».

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