Monti: «Sgarbi al Mart? Perfetto» 

«Sostiene il museo fin da quando era solo un plastico. E potrà dare la scossa che forse era necessaria»


di Luca Marsilli


ROVERETO. Pietro Monti - uno dei sindaci di Rovereto di cui a distanza di anni parlano tutti con grande rispetto, sia alleati che oppositori di allora - è stato anche uno dei principali artefici della realizzazione del Mart. Oltre ad esserne stato presidente.

Come vede Vittorio Sgarbi come suo successore.

«Bene lo vedo, benissimo direi. E prima di tutto per un motivo: Sgarbi è sempre stato un sostenitore del Mart, fin da quando nel 1992, a Rovereto per un anniversario alla Campana dei Caduti, gli avevo mostrato in Municipio il plastico di quello che era ancora solo un progetto. Aveva avuto immediatamente giudizi molti positivi. Diceva che realizzare opere di questo genere e di questa portata è fondamentale per un territorio che si vuole rilanciare. Da allora in poi ha sempre seguito il progetto. Ricordo una sua visita, poteva essere il 2001 o l’inizio del 2002, quando da presidente lo avevo accompagnato a visitare il cantiere ormai in fase avanzata. Tra chi lo accompagnava c’era stato chi aveva provato a portarlo sul terreno dello “spreco” di risorse - il progetto era stato oggetto di polemiche politiche importanti - ma alla sua maniera lo aveva difeso con forza, sia come idea che come dimensioni. Ribadendo che era importante per tutto il Trentino e quindi proporzionato alla portata degli scopi che aveva. Poi la sua presenza ad inaugurazioni ed eventi significativi è stata assidua e sempre positiva. Insomma, lo metterei tra i sostenitori da subito del museo e non ha mai cessato di esserlo, anche quando ragioni politiche potevano rendergli conveniente il contrario».

Il Mart ha vissuto una fase di stanca negli ultimi anni. Sgarbi può dare una scossa?

«È del tutto naturale che la tensione e l’attenzione dei primi anni non potessero proseguire con la stessa intensità oltre quella fase di grandi entusiasmi. Vale per qualsiasi iniziativa ed istituzione, vale anche per il Mart: prima o poi subentra una certa rilassatezza. Per questo le scosse, i cambiamenti, servono. E Sgarbi da questo punto di vista è certamente in grado di darla, una scossa. Perché è un personaggio che porta al Mart una enorme notorietà, oltre ad una indiscussa competenza. Porta un valore aggiunto importante già in sé, anche in rapporti e conoscenze in un mondo in cui i rapporti e le conoscenze contano, come quello dell’arte e dei musei».

In definitiva, lei è contento di avere Vittorio Sgarbi tra i suoi successori.

«Sì, sono contento che il nuovo presidente sia lui. Fare parte del Mart, come presidente o come consigliere, è un orgoglio e sono certo che Sgarbi lo vivrà con lo stesso sentimento che è stato il mio. Come sono convinto che saprà dare un rilancio al nostro museo, da tutti i punti di vista, del quale forse c’è bisogno».

Nessuna riserva?

«No, perché? Sono curioso di vedere cosa potrà portare al Mart e a Rovereto, dove penso che comunque non passerà inosservato. È una personalità forte, magari ingombrante. Ma se serve una scossa, appunto, è di certo in grado di darla».

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