Minaccia i poliziotti con pistola e coltello 

Chiusa tutta l’area e agenti con i giubbotti antiproiettile: un’ora di trattative prima di convincere il giovane a desistere


di Giancarlo Rudari


ROVERETO. Un pomeriggio ad alta tensione, quello vissuto al Bosco della città. Un giovane armato di pistola (che si rivelerà poi una scacciacani) e di un coltello ha tenuto sotto scacco i poliziotti (che lui stesso aveva chiamato) minacciando di arrivare a compiere un gesto estremo. Una lunga e delicata trattativa, condotta con freddezza e professionalità dagli agenti sul posto e al commissariato in contatto telefonico, ha evitato il dramma. Il giovane è stato convinto a deporre le armi e ad arrendersi: nei suoi confronti scatterà una denuncia per minacce e porto abusivo di armi atte ad offendere.

La vicenda ha preso le mosse da una telefonata arrivata al commissariato di via Sighele poco dopo le 16 di martedì quando con una telefonata anonima veniva segnalata una persona armata con una pistola nella zona del Bosco della città. L’operatore radio, forte di una lunga esperienza, aveva intuito dalla voce e dalle parole della persona che aveva chiamato che qualcosa non andava, che l’autore della telefonata era proprio la persona armata. Sul posto è stata così inviato un equipaggio della Volante che nell’area del “Vanezom” ha individuato il giovane armato seduto su una panchina. I due agenti hanno provato ad avvicinarsi, ma hanno dovuto desistere in quanto il ragazzo li minacciava prima soltanto con la pistola e poi con un coltello a serramanico che aveva estratto dalla tasca. A quel punto è iniziata una delicata e paziente trattativa, coordinata dal vicequestore Ilva Orsingher, su due fronti: da una parte tra l’operatore radio del commissariato in costante contatto con il giovane e dall’altra i due agenti sul posto nel tentativo di far desistere il giovane dai suoi propositi. Ma più di tanto i due agenti non riuscivano ad avvicinarsi al giovane visto che l’arma sembrava vera: si scoprirà poi che si trattava di una pistola scacciacani (alla quale era stato tolto il tappo rosso) in tutto e per tutto simile a quelle in dotazione delle forze dell’ordine. Altri equipaggi, anche in borghese, nel frattempo sono saliti al Bosco per isolare la zona frequentata in quel momento da numerose persone che portavano a spasso il cane o facevano sport. I minuti passano, il giovane sembra deciso a non mollare, i poliziotti che temono qualche reazione del ragazzo cercano di calmarlo, ma inutilmente. La mediazione è durata più di un’ora portata avanti con notevole professionalità dai poliziotti, chiamati a gestire una situazione decisamente delicata e pericolosa per tutti i soggetti presenti in zona, vista la minaccia di un’arma nelle mani di una persona in gravi difficoltà. Il giovane ad un certo punto si è voluto far avvicinare soltanto da un poliziotto: la paura era che il giovane potesse sparare improvvisamente, ma invece è stato convinto a consegnare l’arma. Finalmente l’incubo era finito.

©RIPRODUZIONE RISERVATA













Scuola & Ricerca

In primo piano