Marsilli, la macelleria fa 90 anni 

Come ieri, nel 1929, apriva il fondatore Enrico. Oggi l’attività è arrivata alla quarta generazione



ROVERETO . Come ieri, novant’anni fa, Enrico Marsilli apriva la sua macelleria in via Garibaldi, la stessa dove oggi lavora il pronipote Kevin, 22 anni, perché quell’attività ha proseguito senza sosta attraversando ben quattro generazioni. In principio, Enrico - il padre di Dario Marsilli, che tutt’ora lavora in negozio con la moglie Edda, il figlio Fabio e il nipote Kevin - aveva la licenza per le carni fresche e il pollame, ma all’epoca, raccomta la signora Edda, «il pollame era una carne più ricercata e costosa, così puntarono sulla carne fresca». In quegli anni, come si vede dalle foto storiche, era lo stesso macellaio che si occupava della macellazione, seguendo la lavorazione dall’inizio alla fine, e le bestie macellate venivano appese ai ganci in macelleria, in alto, fuori dalla portata, perché la carne si potesse vedere ma non si contaminasse con il fiato o le mani dei clienti. Dario e Edda si sposarono nel 1963 e da allora lavorano insieme. «In quegli anni - racconta la signora Edda - c’erano tantissime macellerie in centro -. Ricordo che sull’asse si via Garibaldi e via Mazzini c’era Vettori, c’eravamo noi, un’altra macelleria vicino al Sait di via Mazzini, c’era Rolando Stiffan, in piazza Oche ce n’era un’altra, in via Rialto Giuliani e Contrini, che si trovava dove oggi c’è il negozio di abbigliamento Abc, Malench in piazza Malfatti e il fratello di Stiffan all’imbocco di via Portici. Oggi siamo rimasti in tre». Sono cambiati i tempi, la concorrenza della grande distribuzione si è fatta sentire e per molti l’attività si è fatta meno redditizia, al punto che qualcuno ha pensato di chiudere l’attività. La macelleria Marsilli ha invece resistito. «Il primo supermercato a tenere un banco carni credo sia stato l’Orvea in corso Rosmini. Ma noi non ci possiamo lamentare, abbiamo sempre avuto un buon giro di clienti affezionati, alcuni addirittura “storici”, oggi sono anziani ma vengono tuttora da noi i loro figli e nipoti» racconta la signora Edda. «Certo, non possiamo fare concorrenza ai supermercati sul prezzo, ma sulla qualità sì. La differenza si sente» . Il negozio è rimasto lo stesso, solo il bancone è stato sostituito. «Il vecchio tavolo in marmo, molto alto come in tutte le macellerie, non rispettava i nuovi criteri igienici e nel 1980 lo abbiamo tolto e cambiato con un banco-frigo». Nel 1982 entrò nello staff il figlio Fabio, appena terminato il servizio militare, e da allora tutto è proseguito nel solco di una tradizione familiare, fino a Kevin Diener, nipote di Dario ed Edda. «Si era iscritto a ingegneria, ma gli era sempre piaciuto stare in negozio fin da piccolo e alla fine ha deciso di lavorare qui. Gli piace molto il contatto con la gente, le battute e le barzellette che raccontano il nonno e lo zio. Di tutti, sono io la più “musona”» scherza la signora Edda, che da oltre 55 anni condivide la vita e il lavoro con il marito, un impegno non facile. «Negli anni abbiamo iniziato a proporre un reparto gastronomia, con prodotti già cotti che preparo io. C’è tanta gente sola o con poco tempo a disposizione per cucinare, e di questi generi c’è molta richiesta». E oggi, con il nipote Kevin, la macelleria Marsilli può raggiungere senza problemi il traguardo del secolo di vita. (gi.l.)

©RIPRODUZIONE RISERVATA.













Scuola & Ricerca

In primo piano