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La paura e i rifugiati in un mondo incerto 

Rovereto. «La parola può spegnere la paura, eliminare la sofferenza, alimentare la gioia, accrescere la compassione» affermava il filosofo Gorgia qualche secolo prima di Cristo. Vero, ma non solo: la...



Rovereto. «La parola può spegnere la paura, eliminare la sofferenza, alimentare la gioia, accrescere la compassione» affermava il filosofo Gorgia qualche secolo prima di Cristo. Vero, ma non solo: la parola può anche comunicare odio, paura, falsità, incomprensioni. In un certo senso, la parola “ha un volto”. Del resto la funzione primaria del linguaggio è quella di permettere di esprimere e riconoscere il volto, nostro e altrui. Sull’importanza della parola nella vita di ogni giorno, il Dipartimento di Psicologia e Scienze cognitive di Rovereto, la Biblioteca e l’Area Cultura dell’Arcidiocesi di Trento, avviano un ciclo di cinque incontri su alcuni termini di grande attualità nel tempo presente: paura, speranza, sorpresa, disgusto e odio. L’intento del ciclo è ascoltare studiosi e studiose, professionisti e professioniste che parlano del potere comunicativo della parola in tempo di migrazione. Grande spazio avrà nella riflessione la testimonianza di ricerche e esperienze personali, con letture e approfondimenti. Il ciclo si apre oggi alle 17 con l’incontro dal titolo “Paura. Rifugiati e minori in un mondo incerto”, nella sala convegni del Dipartimento di Psicologia e Scienze cognitive a Palazzo Fedrigotti. A discuterne sarà Elisabetta Pezzi.















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