«La ludopatia distrugge le persone più deboli» 

Il caso della donna che ha colpito figlia e marito. «Molto spesso le dipendenze scattano come conseguenza di un disagio della famiglia. E su questo tutta la comunità ha le sue colpe»


Michele Stinghen


Rovereto per il gioco d'azzardo non esistono vaccini: la risposta deve venire da tutta la comunità e dalle istituzioni. è questa la riflessione che fa luigino pellegrini, responsabile del centro alcologia e servizio antifumo del distretto sanitario di rovereto, all'indomani dell'episodio che ha visto una signora colpire nel sonno con un martello figlia disabile e marito. la donna si trovava in gravi difficoltà economiche a causa della dipendenza da gioco d'azzardo. un caso estremo, ma che è manifestazione di un fenomeno - quello del disagio - diffuso in tante famiglie in città. rovereto, non diversamente dal resto d'italia, ha conosciuto una terribile escalation. ma come sottolinea pellegrini, il disagio non viene da un solo tipo di dipendenza. «sempre di più il disagio nelle famiglie è multidimensionale. nel caso in questione, siamo in presenza di una famiglia alle prese con problemi psichici, disabilità e genitori che si sono fatti carico della figlia, e solo dopo gioco d'azzardo. a rovereto sappiamo di tante famiglie alle prese con disagi correlati con problemi di salute fisica e mentale, l'episodio di questi giorni è solo la manifestazione esterna di un fenomeno diffuso. quasi sempre è riduttivo limitare solo ad un fattore il disagio». purtroppo l'essere alle prese con una forma di difficoltà espone con maggiore facilità ad altri problemi. «la cosa non è automatica, ma delle condizioni di povertà economica o culturale ed emarginazione sono fattori determinanti della condizione psichica e sociale della popolazione. le fasce più deboli, più povere, sono quelle più esposte a fattori di rischio per la salute», aggiunge pellegrini. per quanto riguarda il gioco d'azzardo, i numeri sono in continuo aumento. «in italia siamo passati da 20 miliardi all'anno investiti in gioco nel 2004, ai 100 miliardi annui di adesso. in provincia di trento, sempre all'anno - prosegue pellegrini - si spendono 600 milioni. gli aumenti sono proporzionali dappertutto, e la medesima escalation l'abbiamo vista a rovereto. le statistiche dei distretti sanitari sono impietose e dimostrano una chiara correlazione: più aumenta il denaro speso nel gioco d'azzardo, più aumentano i problemi. è proporzionale. l'obiettivo strategico da perseguire è perciò ridurre il denaro che finisce nel gioco, perché avremmo automaticamente un miglioramento della salute. si deve agire su tutta la popolazione». e qui, dice pellegrini, entra in gioco la comunità tutta. «la responsabilità è collettiva: cittadini, associazioni, istituzioni, mercato, reti». la leva migliore è quella delle politiche di regolamentazione. «riguarda non solo il gioco, ma anche alcol, fumo, farmaci, armi, cibo spazzatura, pesticidi. sono prodotti collegati con i problemi di salute, e vanno regolamentati, perché se lasciati al libero mercato si corrono dei rischi. la regolamentazione funziona: guardiamo il fumo, il cui consumo dopo il divieto per i luoghi pubblici è drasticamente calato, o i controlli su chi beve e si mette al volante, che hanno ridotto i morti sulla strada. ora il gioco d'azzardo è tRoppo facilmente accessibile».













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