La Comunità onora i benefattori del 1800 

Il palazzo sede dell’ente nacque come orfanotrofio maschile nell’agosto 1899 Per realizzarlo erano stati decisivi i lasciti di Enrico Zandonati e Domenico Tosetti



ROVERETO. Operazione di restyling per l’entrata della sede della Comunità della Vallagarina, in via Tommaseo. Negli anni era divenuta il “deposito” disordinato di ogni cosa dagli annunci, ai volantini, poster, libretti, riviste… Ora per volontà del presidente Stefano Bisoffi e sulla base di una ricerca storica condotta da Patrizia Belli (su carteggi della Biblioteca Civica Tartarotti e il libro “Beneficenza e assistenza pubblica a Rovereto, dal 1811 al 1918” di Luciano Girardi) sono stati valorizzati i due ritratti in marmo collocati a mezza altezza che nella confusione erano pressoché ignorati. Si tratta di due benefattori che contribuirono con il loro lascito all’edificazione del palazzo: Domenico Tosetti e Enrico Zandonati. Tosetti (31 luglio 1834 – 2 aprile 1907) nel 1902 donò due case, una casetta con orto, titoli di pubblico credito, contante, libretti di credito. Per un totale di 75.601,88 corone. E nel 1907, nel corso del conchiuso della cittadina Rappresentanza di Rovereto, il Vice Podestà Augusto Sartorelli in apertura di seduta ne volle commemorare la figura. “Domenico Tosetti – queste le sue parole – aveva raggranellato il suo patrimonio per sola virtù delle sue fatiche, coll’imporsi dì per dì il sacrificio del risparmio, togliendosi quei godimenti della vita, ai quali tanti altri non avrebbero saputo rinunciarvi. È tutta una serie di nobili sacrifici ispirati al più sincero ed elevato altruismo, dei quali la nostra borghesia continua a dare non interrotti esempi, conquistando alla nostra piccola città sopra molte altre maggiori forse il primato della beneficenza.”

Di Enrico Zandonati (5 novembre 1823 – 25 gennaio 1908) si sa dai documenti della Congregazione della Carità che: “Enrico Zandonati figlio dei furono Francesco e Rosa Lutteri (…) arrivato alla tarda età d’anni 81 compiuti. Sempre amante della patria sua rimarcò con gioia l’impulso e l’estensione data dalla Congregazione di Carità a tutti gli istituti da essa dipendenti. La sua particolare attenzione e l’amor suo per i figli del povero fecero sì d’ispirargli una vistosa beneficenza a favore del cittadino Orfanotrofio Maschile”. Il lascito fu di 60 mila corone.

Quanto alla storia dell’edificio, il 15 dicembre 1897, l’allora Consiglio Comunale approvò la costruzione di un fabbricato a uso orfanotrofio maschile su un “appezzamento di suolo di mq 2256 in via San Giorgio n.4” (l’odierna via Manzoni). La Congregazione della Carità acquistò il terreno dal Comune e concorse alla costruzione del nuovo edificio. Che fu ultimato e aperto il 19 agosto 1899. Costò in tutto 45.000 fiorini e ospitava in media una quarantina di bambini. Nel corso della Prima guerra Mondiale l’istituto dovette chiudere, fu gravemente danneggiato e riaperto nel 1920. Durò poco il riavvio, appena 3 anni. Il 15 agosto 1923 il Consiglio di amministrazione della Congregazione dovette chiudere: “A causa dell’elevato costo di gestione e alla impossibilità di trovare un Ordine religioso che lo gestisse”. Successivamente l’edificio fu utilizzato a scuola di avviamento in un primo tempo e successivamente scuola elementare. Dal 1957 al 1974 divenne Centro regionale per bambini spastici e discinetici. Il Comprensorio della Vallagarina acquistò dall’Eca l’edificio il 2 settembre del 1977 e il 29 aprile 1980 diede il via ai lavori di ristrutturazione generale su progetto dell’ingegner Sisto Campostrini. Nel corso del restauro si riuscì a ricavare un’ampia sala interrata che divenne l’aula dell’Assemblea e ora del Consiglio. Venne intitolata al primo Presidente del Comprensorio: Nello Aste.













Scuola & Ricerca

In primo piano