Dell’uomo e dei boschi La poetica di Fratus
ROVERETO. Tiziano Fratus, cercatore d’alberi impareggiabile, formulatore di una vera “dendrosofia”, racconta di sé, di alberi e Boschi e delle sue poesie creaturali: poesie visive “a geometria...
ROVERETO. Tiziano Fratus, cercatore d’alberi impareggiabile, formulatore di una vera “dendrosofia”, racconta di sé, di alberi e Boschi e delle sue poesie creaturali: poesie visive “a geometria fogliare”, appena pubblicate da Libreria Della Natura. La poesia è quasi una preghiera. Come scriveva la teologa ed eremita Adriana Zarri la vera preghiera è quel nostro silenzio stupefatto da cui nascono le liriche meditative di Tiziano Fratus. Per Roberto Deidler, Fratus è “forse il più legato al concetto di paesaggio fra i poeti italiani”.
In un’epoca di crolli e cedimenti delle ideologie due visioni della vita e del mondo hanno ripreso vigore: la spiritualità e un più stringente dialogo sulla natura, i due pilastri intorno a cui ruota la scrittura di Tiziano Fratus.
Tiziano Fratus nasce a Bergamo nel 1975. Durante un viaggio in California incontra le sequoie millenarie e conia il concetto di Homo Radix, dal quale conseguono la pratica dell’Alberografia e la disciplina della Dendrosofia che ridefiniscono la propria esistenza. Fratus è autore di una costellazione editoriale che abbraccia poesia, narrativa, saggistica e fotografia.
Sarà a Rovereto questa sera, dalle 19, alla libreria Arcadia, in via Fontana.