Choc Sandoz: il lavoro va in Cina 

L’annuncio di Novartis. Spostata in Asia la produzione di Tiamulina: valeva circa il 70% dell’attività roveretana. Resta l’acido clavulanico ma ridotto a vantaggio di uno stabilimento indiano. In attesa di nuove produzioni, previste non prima di un anno, i 200 dipendenti sono troppi


Luca Marsilli


ROVERETO. L’annuncio è arrivato lunedì ad una riunione aziendale, come una mazzata del tutto inattesa. I dettagli su come Novartis intenda affrontare la situazione saranno chiariti domani in un incontro già fissato con le rappresentanze sindacali. Ma si parla di “come”, appunto, non si “se”.

L’annuncio dell’azienda

Perché i termini del problema sono stati chiariti giù lunedì: a fronte di una forte contrazione dei volumi produttivi, che si prevede persisterà almeno fino al primo trimestre del 2021, “servono interventi per gestire l’esubero occupazionale”. Detto con ancora più chiarezza: non c’è lavoro per tutti i dipendenti e quindi bisogna vedere come intervenire. Informalmente, l’azienda avrebbe fatto capire che una disponibilità a fare ricorso almeno per l’ano in cui è possibile farlo agli ammortizzatori sociali c’è. Quindi cassa integrazione a rotazione o contratto di solidarietà. Ma vale solo per i 160 dipendenti Sandoz (in azienda lavorano anche una quarantina di dipendenti di Pulicenter, sulla base di appalti annuali, e in una logica di contrazione del volume delle lavorazioni alla scadenza dell’appalto loro rischiano di trovarsi semplicemente in strada) e vale se l’azienda ha effettive possibilità di rilanciarsi in tempi ragionevoli con nuove produzioni che la mantengano competitiva.

Le prospettive

La prospettiva concreta è la produzione di un farmaco antirigetto, ma ci vorrà più di un anno per arrivare alla effettiva produzione e già oggi non sembra in grado di sostenere volumi che giustifichino il personale attuale. In quadro, insomma, se non nero è grigio molto scuro. E tanto per non fare gli ottimisti, c’è anche da vedere se a volumi produttivi ridotti, sia pure passando ad un prodotto più remunerativo rispetto alla Tiamulina (un farmaco veterinario di largo uso), rimarrà competitivo lo stabilimento roveretano, nato per lavorazioni corpose e con costi conseguenti di gestione.

Produzioni in Asia

Le cause del crollo produttivo sono legate alla logica modernissima del mondo globalizzato, tantopiù evidente avendo a che fare con una multinazionale della portata di Novartis.

La Tiamulina da ora in poi Novartis la produrrà in Cina, pare esternalizzando su una ditta terza, ma questo fa poca differenza. Per l’acido clavulanico invece, Novartis ha avviato da tempo un nuovo stabilimento in India ed ora pare pronto a partire. Assorbendo da subito una quota significativa (il 20 per cento) della produzione finora assegnata a Rovereto. Tra entrambi i prodotti, si può stimare che lo stabilimento Sandoz abbia perso il 75 per cento del lavoro che aveva fino ad oggi. E che occupava tra dipendenti propri e dipendenti Pulicenter, 200 persone. Fare proporzioni ovviamente non è possibile, ma è chiaro che si rischia una riduzione drastica del personale, almeno temporanea, non di aggiustamenti indolori o quasi.













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