Caro affitti e tante spese, nuove chiusure 

Tempi duri per il commercio in centro. Altri due negozi gettano la spugna, piazza Rosmini rischia di restare con un solo bar



A dimostrazione che non si arresta un’emorragia con un cerotto, si profilano nuove chiusure tra gli esercizi commerciali del centro. Ognuna fa caso a sé, ma una tale morìa pare andare ben oltre il fisiologico turnover dei negozi. Dopo la chiusura Das Mor e la parafarmacia di corso Rosmini (trasferita all’imbocco di via Roma), il principale asse viario sta per perdere anche l’Antico Caffé Rosmini, nell’omonima piazza, dove i gestori sembrano intenzionati a gettare la spugna. L’ex bar Sport, un tempo frequentatissimo anche grazie alla ricevitoria del Totocalcio (ormai residuale, mentre un tempo moltissimi giocavano la schedina), ha vissuto negli ultimi tempi aperture a singhiozzo e diverse gestioni, che malgrado importanti lavori di restyling non sono riuscite a riportare il locale agli antichi fasti e pare che anche questa non sia la volta buona. In via Garibaldi ha invece già chiuso il negozio “Piccole pesti”, specializzato in abbigliamento per bambini. Si era trasferito da qualche tempo nella ex filiale della Cassa rurale e non ha retto sotto il peso dei costi di gestione. In particolare gli affitti si fanno sentire, ma non è solo il canone mensile a rendere la vita difficile ai commercianti. Lo spiegano bene alla bigiotteria di via Scuole, dove sulle vetrine campeggiano dei cartelli che pubblicizzano la grande svendita per cessazione attività. Il negozio, che fa parte di una catena in franchising, chiuderà infatti con la fine di settembre. «Avevamo aperto a novembre dello scorso anno - spiegano - e fin da subito abbiamo capito che non era sostenibile sotto il profilo economico». Oltre all’affitto, le scadenze e le tasse sono un grossissimo ostacolo. «Non possiamo permetterci di lavorare per pagare le bollette, in questo modo un’attività non si può reggere a lungo». Chiediamo se non sia presto arrendersi dopo meno di un anno. «Guadagnare poco all’inizio può servire per lanciare un’attività, ma qui - e indica via Scuole - non si vede nessuno, passa poca gente e gli incassi non bastano per pagare tutte le spese. Sono davvero tante, e non si può certo lasciarle in sospeso. Per questo chiudiamo a fine mese». I costi per aprire e mantenere un negozio, assicurano in bigiotteria, sono eccessivi, e l’affitto pesa in maniera relativa. Altri invece sono di parere diverso: come avevamo già avuto modo di appurare, Das Mor aveva chiuso proprio per il fitto impegnativo pattuito con la proprietà.

In generale, per un locale in corso Rosmini o in piazza non si paga meno di 3 mila euro nei tratti più defilati -mentre si sale e di parecchio in piazza Rosmini, percepita “salotto buono” della città benché il giro del passeggio roveretano sia molto cambiato dal tempo delle “vasche” sul corso. Oggi il passeggio si incontra solo in via incidentale su corso Rosmini, ma i prezzi sono rimasti da top di gamma. La riprova è il negozio di abbigliamento a fianco della tabaccheria Nardon, rimasto chiuso per tre anni. Ora è stato occupato da un laboratorio orafo e dovrebbe riaprire tra qualche giorno, ma per essere realistici e attendibili bisogna attendere un rodaggio di qualche mese prima di stimarne la longevità.

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