«Allarme inquinamento Qualcuno dica la verità» 

Ambiente e salute. Il consigliere Zenatti chiede la documentazione delle analisi in zona  industriale: «Le notizie allarmanti uscite in consiglio sembrano essere smentite dai dati Apaa»


Giancarlo Rudari


Roverto. A pensare male si farà peccato, ma magari ci si azzecca... Ha pensato più o meno così Marco Zenatti nello stilare la sua interrogazione sulla situazione ambientale della zona industriale della città. Tanto che l’ha titolata (e non a caso, dice il consigliere di Rovereto Progetto Città) “Rovereto non è la terra dei fuochi”. Zenatti, che presenta anche una richiesta di accesso agli atti, chiede in sostanza che venga fatta chiarezza sulla pericolosità o meno, dal punto di vista ambientale, sulla situazione dell’area industriale in modo specifico della falda acquifera. Perché, sempre secondo l’esponente di opposizione, qualcosa non torna: da una parte «le notizie allarmanti relative allo stato del paventato inquinamento della falda acquifera scaturita a seguito della discussione consiliare» sulla concessione in deroga (i parcheggi da sotterranei autorizzati in superficie) alla Favorita per nuovi insediamenti commerciali; dall’altra i risultati di uno studio effettuato nel 2016 dall’Appa (Agenzia provinciale per l’ambiente) dalla quale «si evince che l’unico sito inquinato in zona industriale a Rovereto è quello presso la zona ai Fiori all’incrocio con lo svincolo per Borgo Sacco e che essendo lo stesso inferiore al 20% di tutto l’areale della zona industriale non è di per sé un dato significativo rispetto a un inquinamento chimico generalizzato e che quindi la falda acquifera della Zona Industriale di Rovereto è da considerarsi non inquinata né contaminata». Ma in sostanza, si chiede Zenatti (e come abbiamo scritto anche i consiglieri comunali del Pd Andrea Miorandi e Nicola Simoncelli oltre al consigliere provinciale Alessio Manica) se è vero che la deroga alla Favorita è stata concessa giustificandola con il fatto che sotto la zona industriale ci sarebbe una “bomba chimica” allora come tale va trattata con indagine e bonifiche necessarie.

Studi, perizie e indagini

Secondo Marco Zenatti, però, la realtà (fortunatamente) sarebbe ben diversa e chiede all’amministrazione comunale copia di relazioni, studi, perizie e indagini svolte nel 2011 sulla falda acquifera della zona industriale e tutte le altre relazioni su documenti e dati disponibili negli anni successivi. E a questo punto il consigliere comunale avanza una serie di richieste per conoscere «se la falda acquifera in tutta la zona industriale e in particolare all’area “La Favorita” sia effettivamente inquinata e se sì da quali tipi di evenutali inquinanti... se esistono quanti sono i siti inquinati nella falda e quanti quelli già “bonificati”... se corrisponde al vero che sarebbero parecchie decine di milioni i metri cubi l’anno prelevati dalla falda dalle varie industrie o utilizzati per l’irrigazione e come questo possa conciliarsi con la possibilità che la falda acquifera possa ritenersi inquinata...»













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