l’opera da 7 milioni 

Sospesi nel nulla, trenta metri sopra l’acqua

LIMONE. Aggiri la roccia che si tuffa nel lago alla galleria Driadi e ti ritrovi sospeso nel nulla. La strada è a meno di tre metri, ma il rumore del traffico non si sente. Si sente solo il frinire...



LIMONE. Aggiri la roccia che si tuffa nel lago alla galleria Driadi e ti ritrovi sospeso nel nulla. La strada è a meno di tre metri, ma il rumore del traffico non si sente. Si sente solo il frinire delle cicale che ti fanno compagnia. Il profumo degli oleandri piantati da poco ti invade le narici e ti assale un vago senso di precarietà, con le acque blu e verdi del Garda che stanno sotto i tuoi piedi, venti metri più in basso. Un senso di precarietà che si attenua quando guardi i grandi bracci d’acciaio che partono dalla roccia e sostengono i blocchi in cemento preconfezionato firmati dalla ditta trentina Georock Valentini di Spiazzo Rendena, l’impresa che ha concretizzato il progetto dello studio ingegneristico Fontana,Lotti e Lorenzi di Riva del Garda. E sì perché la nuova ciclabile di Limone sul Garda, due chilometri a strapiombo sul lago, parla molto trentino. A partire dai soldi. Lo dice anche la targa alla prima semicurva dopo Capo Reamol, il punto di partenza a tre chilometri dal paese verso Riva: «Ciclopista del Garda. Intervento realizzato con il contributo del fondo comuni confinanti», recita la scritta sulla targa in ceramica circondata dai disegni dei limoni. A testimonianza del fondo finanziato dalle province autonome di Trento e Bolzano ieri c’era anche il suo ex presidente, l’ex sottosegretario berlusconiano Aldo Brancher.

La ciclabile è un nastro di cemento largo 2 metri e 60 centimetri protetto ai lati da una rete d’acciaio e da parapetti zincati. Ogni dieci metri due grandi bracci metallici larghi 60 centimetri escono dalla roccia e abbracciano da sotto la pista sostenendola, come se un grande Atlante lacustre volesse portare sulla sua schiena la nuova opera.

Hanno pensato a tutto. Sui montanti del parapetto sono incastrate delle luci a led che di notte rendono la gita in bici ancora più suggestiva, se possibile.

Questi due chilometri di cemento e acciaio costati 7 milioni e 19 mila euro, iva compresa ci tiene a sottolineare il sindaco di Limone Franceschino Risatti, sono sicuramente una delle ciclabili con il panorama più bello del mondo. Parti da capo Reamol e subito ti trovi nel blu. Sotto non c’è niente e il pensiero, all’inizio, ti fa girare un po’ la testa. Soprattutto se c’è un po’ di vento. Ma poi la testa ti gira se la sollevi e vedi il lago con le vele che lo solcano. Alzi lo sguardi e arrivi fino alle gallerie della strada per Malcesine, con i loro fori nella roccia come tante finestrelle. Poi ti ricordi che cammini sospeso nel vuoto e abbassi di nuovo gli occhi. Sotto ci sono le spiaggette selvagge con l’acqua che da blu diventa azzurra e poi verde, tra i cipressi e i pini. Uno spettacolo che riempirà gli occhi degli amanti della bicicletta, ma anche di chi si spingerà fin quaggiù a piedi. Poi arrivi alla galleria Driadi. E qui il nastro di cemento fa come una curva verso il vuoto e ti sembra di essere ancora più in mezzo al lago. Intorno non c’è niente e di fronte ti appare Riva del Garda. Lo spettacolo si fa sublime. Con la speranza che presto, «ci vorranno 3 o 4 anni», promette l’assessore Mauro Gilmozzi, arrivi anche in Trentino. (u.c.)















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