«Riva non ripeta gli errori di Limone» 

Ciclabile del Garda, ambientalisti critici con l’opera realizzata sulla sponda bresciana: «È troppo stretta e impattante»



RIVA. «Non bisogna ripetere gli errori commessi a Limone». Gli ambientalisti parlano chiaro: la Provincia non deve farsi condizionare dal grande clamore che si solleverà sabato pomeriggio, quando verrà inaugurata la nuova ciclopedonale di Limone, primo tratto della Ciclovia del Garda. Wwf, Italia Nostra, associazione Pinter, Comitato per la salvaguardia dell’olivaia, Comitato per lo sviluppo sostenibile e Amici della Terra mettono in guardia la Provincia di Trento che «rischia di ripetere gli errori commessi sulla sponda bresciana del lago sulla scorta dell’enfasi del taglio del nastro e della celebrazione mediatica, mentre bisogna procedere con cautela per cercare di fare le cose diversamente e meglio».

Ma quali sono gli errori che sarebbero stati commessi dai bresciani? «Impatto paesaggistico e poca funzionalità», secondo gli ambientalisti che hanno anche scattato foto a supporto delle loro accuse. «Come ben evidenziato dalle foto riprese da lago, risulta pesante la ferita inferta al paesaggio. La montagna fino ad una importante altezza si presenta spoglia, imbrigliata da fitte reti, con travi conficcate nella roccia per sostenere reti paramassi a sbalzo. Temiamo che l’ intensivo disboscamento abbia compromesso anche specie vegetali preziose come la Daphne Reichsteinii vanto naturalistico di quel tratto di sponda gardesana. La pista poi si offre come una striscia di lastre di cemento sostenuta da grigie e spesse mensole. La criticità non riguarda solo l’impatto paesaggistico, ma anche la sua funzionalità. Infatti, la larghezza della pista non garantisce certo una buona convivenza tra pedoni e ciclisti tenendo conto di una presumibile alta frequentazione. Si pone poi il problema lasciata la pista a sbalzo di come procedere verso sud per arrivare al centro storico di Limone e attraversarlo. L’attuale cammino pedonale già a stento è in grado di ospitare il flusso dei pedoni, veramente difficile pensare possa essere usato anche da ciclisti».

«Da un sopralluogo compiuto direttamente sul posto - spiega Paolo Matteotti, ex sindaco di Riva, ambientalista e dottore in scienze forestali - è emerso che la nuova ciclabile è larga 2,5 metri nei punti di maggiore luce per ridursi fino al metro e mezzo, troppo poco per garantire la dovuta sicurezza, che è un tema fondamentale».

Per gli Amici della Terra andrebbe presa in considerazione anche l’ipotesi di introdurre l’obbligatorietà del casco.

Nelle scorse settimane, le associazioni e i comitati hanno incontrato l’assessore provinciale Mauro Gilmozzi e i progettisti della parte trentina della Ciclovia. «Siamo stati rassicurati: per i primi lotti a partire da Riva, che dovrebbero andare in appalto entro fine anno, ci pare che l’approccio progettuale sia ben diverso ovvero più attento alla sicurezza, alla funzionalità dell’opera e alla tutela del paesaggio», affermano gli ambientalisti, che in finale lanciano un appello: «Confidiamo e chiediamo con forza che queste garanzie siano assicurate attraverso un progetto unitario per i tratti ancora da progettare sia nella parte trentina che per quelle bresciana e veronese». «Il modello di Limone - concludono - rischia di restare un tratto a sé stante, con caratteristiche funzionali e di sicurezza ridotte rispetto al resto del Garda trentino e al lago».

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