Olive, conferiti ad Agraria 15mila quintali: è record 

Il consorzio non ha mai lavorato così tanto prodotto nel frantoio «Il segnale di un’olivicoltura che nel tempo si è fortemente evoluta»



ALTO GARDA. Per l’olivicoltura dell’Alto Garda si sta concludendo un’annata che si sta rivelando perfino migliore delle trionfalistiche previsioni della vigilia: al di là di riscontri positivi sulla qualità del prodotto, è la quantità di olive raccolte a far scomodare i compilatori di libri dei record. Il nuovo frantoio dell’Agraria di Riva, complici la sua dotazione tecnica migliorata, dalla sua entrata in funzione nella prima decade di ottobre si è fatto carico di tremila quintali di olive a settimana, fino ad arrivare in questi giorni alla cifra mai raggiunta prima di quindicimila quintali di olive lavorate. Un ammontare di questo tipo era impensabile fino a qualche anno fa, quando quindicimila erano i quintali di olive lavorate nell’intera Busa e non da un singolo frantoio. Perciò dalla società cooperativa agricola gongolano: «Questo è sicuramente il segnale di un’olivicoltura che si è evoluta nel tempo grazie anche alla forte spinta che Agraria ha saputo dare in questi anni, attraverso un’attenta presenza sul territorio, una forte sinergia tra soci, cooperativa e agronomi specializzati nel settore, alla continua ricerca ed innovazione portata avanti grazie alla collaborazione con la Fondazione E. Mach e con Aipo Verona: insomma, tutti elementi che hanno contribuito – e contribuiranno – a uno sviluppo dell’olivicoltura dell’Alto Garda trentino sempre più consapevole delle proprie potenzialità se impiegate nel modo corretto». A ottobre, presentando la nuova strumentazione che poteva contare in particolare su un nuovo decanter (di fatto il cuore del frantoio, quello che separa la parte liquida da quella solida, un investimento di quasi mezzo milione di euro), da Agraria prevedevano di riuscire ad arrivare a circa quattordicimila quintali, ma si è andati anche oltre: «Il nuovo frantoio – spiegano dalla società – ha saputo affrontare egregiamente la sfida di un’annata così intensa, come se l’investimento atto a rinnovare le tecnologie e gli impianti fosse arrivata nel momento più opportuno, permettendo una maggiore efficienza di tutta la macchina produttiva. Uno degli obiettivi che Agraria si era prefissata con l’acquisto di questi nuovi strumenti era proprio quello di migliorare le prestazioni, ovvero lavorare maggiori quantitativi di oliva per dare modo a tutti di raccogliere nel momento migliore. Un traguardo notevole che ha salvaguardato la qualità dell’olio extravergine prodotto: i tempi non si sono dilungati (si era chiamati a contrarre a 40-50 giorni le procedure di raccolta e spremitura delle olive che in passato necessitavano di qualcosa come 120 giorni) e le olive sono arrivate in frantoio sempre nella loro più ottimale fase di maturazione, garantendo un’estrazione del prodotto dalle elevate caratteristiche qualitative». (m.cass.)

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