«Il Garda come Venezia, troppi turisti» 

A lanciare l’allarme è il Süddeutsche Zeitung, quotidiano fra i più letti in Germania, che si lamenta anche di biker e parcheggi


di Matteo Cassol


RIVA. I tedeschi sputano sul lago sulle cui spiagge beatamente si sollazzano? A giudicare dal loro perenne afflusso, che genera la metà dei pernottamenti turistici nell’Alto Garda, non si direbbe, ma di certo un reportage tutt’altro che lodevole relativo al Benaco è arrivato dal Süddeutsche Zeitung, uno dei giornali germanici più importanti (con sede a Monaco e principale bacino di lettori in Baviera), che ha pubblicato un pezzo dal titolo «Il lago di Garda ha raggiunto il limite» e che nel sommario recita qualcosa come «Spiagge piene, strade congestionate, milioni di ospiti in hotel e acqua inquinata: il lago di Garda sta diventando sempre più popolare tra i viaggiatori di tutto il mondo. Quanto può durare?».

Il report, firmato da Elisa Britzelmeier, parte da Sirmione e passa da Lazise, ma finisce per prendere in esame tutto il bacino: «Il lago di Garda – si legge nell’articolo – sta diventando sempre più popolare tra i turisti, con oltre 24 milioni di pernottamenti all’anno. I tedeschi sono sempre venuti, ma ora arrivano anche cinesi e russi. E chi arriva rimane meno di prima e causa più traffico. Non è più una vacanza di due settimane, ma si rimane per esempio, per un weekend lungo. Le macchine intasano le strade intorno al lago. Le aree naturali scompaiono sotto gli alberghi, gli ambientalisti sono preoccupati per la qualità dell'acqua. Oltre agli ospiti che pernottano arrivano anche i gitanti giornalieri, e non c’è molto spazio». La giornalista fa un parallelismo con Venezia, parlando di possibile «overtourism, il tipo di turismo di massa che alla fine distrugge una destinazione turistica. Certo, non ci sono navi da crociera sul lago di Garda, e i turisti non si concentrano su una città, in molti posti meno vulnerabili di Sirmione. Qui non esistono proteste anti-turisti come a Maiorca. Non ancora?».

Dopo aver dato spazio alle preoccupazioni di alcuni ecologisti a proposito della non-sostenibilità del turismo, degli sversamenti di liquami nel lago, della mancata tutela della fauna e della cementificazione, l’articolo si sposta sulla carenza di infrastrutture e collegamenti: «Mentre i voli economici portano i turisti altrove, il lago di Garda è ancora tipicamente una destinazione automobilistica: non facilmente raggiungibile in treno, con linee di autobus mal sviluppate. A luglio, un diciassettenne olandese è stato ferito a morte perché correva dietro il guardrail, dove non c’era alcun passaggio pedonale, a Lazise. Il traffico è anche evidente nell’inquinamento da CO₂. E sull’acqua, i motoscafi sono vietati nella parte superiore del lago, ma in fondo ce ne sono così tanti che il loro rombo infastidisce persino i turisti».

Turisti, secondo il reportage, infastiditi anche dagli altri turisti, in un intrappolarsi a vicenda incolonnati in macchina: «La ricerca di un parcheggio non è facile in tutto il lago. Nella calura, il sedile e l’essere umano si fondono, mentre tu giri per l’undicesima volta, e poi paghi 2,20 euro l’ora». Anche le biciclette sarebbero un problema: «Sono ovunque». Il responso? Ci vorrebbe un limite ai turisti. Ma come fare? «Difficile. Con una grande recinzione attorno a tutto il lago di Garda?».

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