TURISMO

Garda trentino, stop al boom del turismo: calano le presenze

La stagione si è conclusa con un aumento degli arrivi ma meno giorni di permanenza



RIVA. Non c’è motivo di fasciarsi la testa, almeno non ancora. Ma i dati forniti dall’Apt del Garda Trentino, che riguardano la stagione turistica 2018, inducono per la prima volta, dopo molti anni, a un contenuto ma inevitabile pessimismo che scaturisce dalla lettura delle crude cifre.

La continua crescita, che finora sembrava inarrestabile, si è bloccata. I dati, in realtà, non sono completamente negativi. Anzi, il numero di turisti giunti in vacanza nell’Alto Garda, durante il 2018, segna un incremento dell’1 per cento rispetto all’annata precedente: nel 2017 i turisti erano stati 869mila, l’anno appena passato si è superata quota 878mila.

A preoccupare, però, è il dato sul totale delle presenze (la permanenza dei turisti) che registra un calo dell’1,1 per cento (3.561.284 nel 2017, 3.523.489 nel 2018). È questo il vero termometro che misura lo stato di salute del turismo altogardesano: aumentano i turisti ma diminuiscono le presenze, quindi più quantità e meno qualità. In altre parole, arrivano più turisti con meno capacità di spesa e la conseguenza diretta è un impoverimento che si riversa su tutta l’economia locale.

Ciò comporterà inevitabilmente una riflessione da parte degli addetti ai lavori, in primis la stessa Apt (che peraltro, per bocca del presidente Marco Benedetti, aveva lanciato l’allarme in tempi non sospetti), quindi gli operatori turistici e gli enti pubblici. A stoppare il boom turistico, per la prima volta in questo decennio, è stato il calo del mercato straniero. Le presenze degli ospiti provenienti da fuori Italia hanno registrato una riduzione di oltre il 2 per cento (2,3) passando da 2.876.353 a 2.811.588. 













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