Barriere naturali per impedire il transito sul Brione 

Il Parco fluviale: «Ostacoli posizionati perché biker e pedoni  ignorano ancora i divieti. Ma non si tratta di sabotaggio»



ALTO GARDA. Le barriere naturali servono ad impedire l’accesso non solo ai biker, ma anche ai pedoni. Nessun sabotaggio, dunque.

Sul monte Brione, da tempo, si lotta per garantire la tutela di un ambiente particolarmente delicato, protetto dalle norme provinciali che definiscono la zona “a conservazione speciale” e una “riserva naturale”.

Il Parco fluviale della Sarca è impegnato da anni in una battaglia quotidiana nel tentativo di far rispettare i divieti che impediscono il transito non solo in bicicletta ma anche a piedi su una parte dei sentieri del Brione. Una battaglia tutt’altro che vinta. La segnaletica che indica il divieto di transito, infatti, non è sufficiente a garantire la tutela dell’ambiente tanto delicato. La conferma arriva dagli stessi rappresentanti del Parco fluviale: «La segnaletica viene sistematicamente ignorata». Ecco, allora, che è stato deciso di usare le maniere forti, ovvero posizionare una serie di barriere naturali per impedire ogni sorta di passaggio. La decisione è stata presa dal Tavolo al quale si siedono diversi soggetti coinvolti nel lavoro di promozione, tutela e valorizzazione del monte Brione. Un progetto coordinato dal Parco fluviale e che vede la partecipazione di Apt, Comunità di Valle, Comune di Riva, Bike Garda Trentino, Forestale, Provincia, associazioni ambientaliste, Alpini di Nago Torbole e Sant’Alessandro, Consorzio dell’Olivo e Mag. «Il Tavolo ha concordato la realizzazione di barriere naturali quali concrete misure di tutela volute per evitare penetrazioni improprie nel tessuto ambientale dell’area – fanno sapere dal Parco fluviale della Sarca – che oltre a frammentare l'habitat sono spesso fonte di pericolo per gli stessi escursionisti, arrecando disturbi non motivati da alcuna reale necessità».

Le barriere naturali sono state realizzate in questi mesi da tecnici esperti del settore, utilizzando rigorosamente della vegetazione comune, come spiega la nota del Parco in risposta alle critiche sollevate, nei giorni scorsi, dall’Unione Bikers Trentini: «Colpisce che l’Unione Bikers Trentini non sia al corrente di questa iniziativa avviata a maggio del 2017 con la realizzazione delle prime barriere naturali e sopratutto che ignori come quei sentieri siano chiusi al transito ciclistico e pedonale».

Il Parco fluviale rimanda al mittente anche le accuse di sabotaggio e pure che la gestione del monte Brione sia all’insegna della confusione: «Il tavolo lavora in un clima di condivisione degli obiettivi e di attenta ricerca delle migliori soluzioni». A tal proposito vengono illustrate le iniziative già messe in campo, come il posizionamento di due portabici al forte Batteria di Mezzo, gli interventi a favore di habitat pregiati (i prati aridi con ricca vegetazione spontanea), la manutenzione su tratti particolarmente danneggiati, la realizzazione di depliant informativi in inglese e italiano con le modalità corrette per visitare l’area nel rispetto delle norme.

È anche in via di realizzazione, annuncia il Parco fluviale della Sarca, un fitto programma di eventi che saranno mirati ad aumentare la conoscenza del monte Brione e di cui sarà data notizia, viene annunciato, nel giro di qualche settimana.

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