«Autobus alla Baltera, soluzione inutile»

riva. «Venti autobus spostati sperimentalmente alla Baltera? Non c’è da tirare alcun respiro di sollievo»: lo dice Osvaldo Leoni (membro del “Comitato autostazione” e residente in un edificio a...



riva. «Venti autobus spostati sperimentalmente alla Baltera? Non c’è da tirare alcun respiro di sollievo»: lo dice Osvaldo Leoni (membro del “Comitato autostazione” e residente in un edificio a diretto confine con l'autostazione stessa), a proposito dell’accordo trovato tra Trentino Trasporti, Patrimonio del Trentino e Riva Fierecongressi di cui abbiamo scritto l’altro giorno su queste pagine. Con questo accordo, a partire da domani, una ventina di autobus troveranno posto nel parcheggio “A” della Baltera per due mesi e in via sperimentale.

«L’iniziativa annunciata dalla presidente di Trentino Trasporti spa Monica Baggia – dice Leoni – è una “bufala” tanto per accontentare, ma non risolverà alcun aspetto. Si tenga presente che gli autobus in sosta notturna all'autostazione sono più di quaranta, quindi venti sono meno della metà e gli altri nel deposito continueranno nel loro disastro. C’è un protocollo del 2006 del quale si stanno facendo un baffo fregandosene della salute, e quindi della vita, dei cittadini. Da tredici anni l'amministrazione rivana e Trentino Trasporti spa stanno prendendo in giro i cittadini: sono più di duecento le famiglie che risiedono nell'area perimetrale dell'autostazione, per intero residenziale, e che ogni giorno, dalle prime ore del mattino, devono sopportare rumori assordanti e grida anche di dipendenti che spesso usano anche i clacson in modo vergognoso, oltre a dover respirare aria inquinata ma pure le tumorali polveri sottili. Sono passati tredici anni ma ancora tutto è deluso, e non è certamente il provvisorio spostamento di venti autobus che può rendere sereni i cittadini interessati, anzi, non si fa che aumentare la nostra rabbia, perché di fatto nulla di concreto c'è».

Dopo essersela presa un po’ con tutti i soggetti direttamente o indirettamente coinvolti, Leoni conclude: «È ora di finirla: siamo tutti stanchi e stufi ed è tempo che quanto era stato convenuto nel giugno 2006 venga subito rispettato». M.CASS.

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