IL CASO

Pochi passeggeri sui bus, Belluno attacca 

Il sindaco di Livinallongo: «Serve un progetto per le Dolomiti, ma questo modello non va bene»



TRENTO. Il bus navetta sale dalla val Gardena verso il passo Sella finché - giunto in cima - si aprono le porte e scendono... quattro persone. Difficile convincere qualcuno a prendere l’autobus se può salire in montagna con l’auto semplicemente richiedendo un pass gratuito. E infatti molto pochi si sono fatti convincere, sicuramente molti (ma molti) meno dei 1.800 automobilisti che l’anno scorso, nei mercoledì di bel tempo, salivano sul passo Sella a bordo dei mezzi pubblici.

Intanto dai versanti bellunesi del gruppo del Sella arriva la presa di posizione di Leandro Grones, sindaco di Livinallongo-Arabba che pensa a un percorso “condiviso” per tutte le Dolomiti ma boccia l’operazione organizzata quest’anno sul passo Sella: «È necessario e improcrastinabile un confronto tra Provincie e Comuni, ma anche il contributo di tutti gli stakeholder non per decidere un provvedimento buono solo per una conferenza stampa, bensì per costruire un percorso condiviso, che tuteli le Dolomiti e le località turistiche della Ladinia. E che renda questi territori ancora più unici, ricercati, attrattivi qualitativamente e non quantitativamente».

Per quanto riguarda il Passo Sella, evidenzia il sindaco di Livinallongo, “sta accadendo quello che avevo ampiamente preveduto: il caos più totale. Impossibile programmare una gita. Ci stanno prendendo per matti. Sembra, mi hanno detto ieri al telefono, di essere a Gardaland dove cartelli luminosi indicano i tempi d’attesa per ogni singola attrazione. Ma almeno lì son chiari. E chi ora affrontare comunque il Sella non aveva ieri la percezione di visitare un bellissimo passo dolomitico, bensì quella di entrare in un cantiere. Iniziativa peggiore di questa non si poteva concretizzare”.

Dal passo Pordoi - alla guida degli operatori turistici contrari alle limitazioni - interviene Osvaldo Finazzer: «Se le presenze di ieri si ripeteranno nei prossimi giorni, alberghi, ristoranti e rifugi saranno costretti a licenziare parte del personale. È un disastro economico, quello che si profila. Il messaggio che sta passando è che i passi sono chiusi. Il danno è enorme». Che farà il comitato? «Sappiamo che i rispettivi presidenti di Trento e Bolzano non sono così convinti dell’iniziativa intrapresa, però hanno firmato l’ordinanza. Abbiamo chiesto di incontrarli, ci hanno risposto di sì. Aspettiamo la convocazione ma solleciteremo anche i politici del Veneto».













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