«Investimenti in ambiente e sicurezza» 

Incontro con i vertici della BSV che ha rilevato lo stabilimento dalla Leali Steel: «Produciamo acciaio pulito e di qualità»


di Marika Caumo


BORGO. L'Acciaieria farà il salto di qualità. Ne è convinto l'assessore Alessandro Olivi, lo confermano i vertici di BSV, la società di Acciaierie Venete che ha in affitto la gestione del sito siderurgico di Borgo e che è intenzionata a vincere la gara per il suo acquisto. Ieri mattina l'incontro tra Olivi, l'ad di Borgo Valsugana Steel Francesco Maria Semino (braccio destro del presidente di BSV e Acciaierie Venete, Alessandro Banzato) e il direttore generale dello stabilimento di Borgo, l'ingegner Giorgio Romanelli.

«Abbiamo fatto investimenti in ambiente e sicurezza che spero marchino la differenza rispetto alla precedente gestione. C'è un piano industriale che siamo impazienti di avviare. Ora attendiamo la gara per la vendita, speriamo il prima possibile, credo in primavera», spiega Semino.

La BVS ha vinto la gara per l'affitto degli asset di Leali Steel (Acciaieria di Borgo, laminatoio di Odolo e quote Laf) indetta dal tribunale di Trento lo scorso 1 agosto. Si tratta di 8 mesi (fino a fine marzo), prorogabili di altri 8. L'attività è partita il 18 settembre, con la produzione che in tre mesi e mezzo, al 31 dicembre scorso, è stata di 84mila tonnellate di acciaio. «A novembre abbiamo raggiunto le 29mila tonnellate, pensiamo che a regime saranno 30mila tonnellate al mese, 330mila l'anno», continua Semino. «Dagli acciai commerciali, da costruzione, siamo passati a quelli per il settore meccanico, con un più alto livello tecnologico e di qualità e ottimi riscontri dai clienti. Anche con gli scarti siamo scesi da un 5% a poco più dello 0%. Il piano di Acciaierie Venete è stato riversato qui molto bene perché le maestranze hanno compreso la cultura, i processi di fabbricazione e li hanno fatto propri», prosegue Romanelli. Specifica Semino: «La nostra caratteristica sono gli acciai speciali per la meccanica. Non è il mercato del cemento armato, è più selettivo. Gli impianti sono gli stessi ma la materia prima è diversa: è come in cucina, le pentole sono quelle ma si passa dalla mensa aziendale a un ristorante stellato, per capirci».

C'è un piano di investimenti e migliorie in qualità e quantità del sito e del prodotto, ma precauzionalmente si attende lo svolgimento della gara. «Erano anni che corteggiavamo Leali, un obiettivo perseguito a varie riprese, perché ha elementi complementari ai nostri stabilimenti. Abbiamo offerto sia per Borgo che per Odolo (rispetto ai competitor, interessati solo ad Odolo, ndr) per bilanciare la capacità di produzione e laminazione dell'acciaio. Il nostro prodotto è particolare e deve essere nostro», prosegue Semino. Il quale, in merito alla preoccupazione dei comitati ambientalisti e di molti cittadini, spiega di capire lo scetticismo, in particolare dopo la fine dell'epoca Leali e gli anni di Klesch, conditi da promesse non mantenute e impatto sul territorio («Qui sono state rilevate emissioni di mercurio che in siderurgia non ci sono, non hanno precedenti», ammonisce). «Comprendo la popolazione locale, vengono da anni non facili e sono stati scottati più volte. Ma noi lavoriamo seriamente, rispondiamo con i fatti, i dati certi e scientifici e ci offendiamo quando si riportano cose non vere. Il nostro rottame? L'acciaio che esce è pulito e di qualità e per farlo usiamo rottame di qualità, altrimenti i clienti ce lo rimanderebbero indietro e sarebbe un danno economico oltre che di immagine, non avremmo nessuna convenienza ad usare rottame scadente. E ciò ci permette di avere emissioni controllate, dal punto visivo e qualitativo», conclude, sicuro che nel bando di gara Aia e aspetti ambientali saranno rilevanti.













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