«Hai sempre pensato solo a noi» 

A Caldonazzo il commosso saluto a Ennio Semprebon, amatissimo medico di famiglia del paese


di Mattia Frizzera


CALDONAZZO . «Tu eri così buono, così buono con noi, non hai mai pensato a te, sempre solo a noi. Non passerà alcun giorno, in cui noi non ti penseremo, perché così difficile è, stare senza di te». Due frasi sulla memoria di Ennio Semprebon, uno dei medici di famiglia di Caldonazzo, che se n’è andato domenica a 66 anni. In punta di piedi. Agli amici, nonostante la malattia, diceva “siamo forti”.

Ennio Semprebon dal 1983 ha avuto in cura gran parte delle famiglie di Caldonazzo. E tanti, anche in piedi sul sagrato della parrocchiale di Caldonazzo, lo hanno salutato ieri pomeriggio. Don Emilio Menegol nell’omelia ha voluto ricordare il non “andare oltre” e la compassione di Ennio Semprebon, che nel suo lungo servizio ha curato corpi ed ascoltato i dolori delle anime. L’orario sulla porta dell’ambulatorio di via Brenta era puramente simbolico: fino all’ultimo paziente nella sala d’aspetto Semprebon non andava a casa, a costo di mangiare a metà pomeriggio. Semprebon non andava oltre nel senso dell’indifferenza, ma “andava oltre” per la vocazione del suo impegno. Una professionalità profonda ricordata anche da chi collaborava con lui, come i farmacisti, nel mantenere la comunità in salute.

Don Emilio ha voluto ricordare anche il lavoro, talvolta poco riconosciuto, di molti professionisti sanitari, prima che il dottor Ennio venisse salutato con tre lettere. Da parte della famiglia, della moglie Annamaria e del figlio Michele, che hanno ringraziato per la vicinanza della comunità in questi giorni. Da parte dell’amministrazione comunale di Caldonazzo, per voce della vicesindaca Elisabetta Wolf. E da parte dell’amico Andrea, che ha voluto ringraziare «il mio dottore», con la cartelletta fra un paziente e l’altro.

La foto ricordo di Ennio Semprebon, qui a fianco, è simbolica dello spirito del medico nato il 19 gennaio 1952 nel Veronese: un sorriso accennato di chi non si prende troppo sul serio e sa sdrammatizzare, il pugno che sorregge in segno di ascolto, lo sguardo di chi guarda anche all’interno dell’animo. «La comunità cristiana e civile è da oggi più povera», è stato il pensiero iniziale espresso da Don Emilio. Ma i giovani che hanno conosciuto il dottor Semprebon ne porteranno vivo l’esempio, la cura, la dedizione verso la professione medica. Lacrime e commozione al saluto, sulle note struggenti di “My way” di Frank Sinatra.

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