“Berg Heil”, l’ultimo saluto a Speccher 

Tanta commossa partecipazione e l’espressione degli alpinisti quando raggiungono la vetta per l’addio ad Armando


di Roberto Gerola


PERGINE. Soprattutto parole di ringraziamento nei confronti di Armando Speccher, lo scalatore precipitato mentre saliva su una via del Sass Pordoi insieme a Pino Moser. Sono venute prima da don Antonio Brugnara, poi dalla sorella Marisa. Un grazie per tante cose pronunciato davanti a una chiesa parrocchiale affollata di amici, colleghi, alpinisti, scalatori, compaesani. Ma anche un saluto montanaro venuto da Luciano Malfer (il cognato): «Berg Heil», ha detto forte in chiesa, ricordando l’espressione che si pronuncia una volta in vetta.

Don Antonio che ha celebrato il rito funebre insieme a don Carlo (di Montagnaga) e a don Sergio Nicolli (di Rovereto), ha avuto espressioni delicate e appropriate per parlare di Armando. Ha esordito con «un nostro amico hai chiesto alla montagna», sottolineando che questa volta «era un amico meticoloso, attento, istruttore, e ciò lascia sbigottiti perché faceva attenzione alla montagna, conosceva la severità della montagna e non si riesce a capire perché è stato chiamato. Ora siete qui in tanti a condividere quello che ha lasciato perché ha lavorato bene e voi siete qui per testimoniarlo. Ora ha intrapreso una scalata diversa: nel regno di Dio c’è tanto da fare. Ed il messaggio che ci ha lasciato è quello di lavorare bene e questo sarà anche un modo per ricordare che con il salire le montagne cercava la vita, una visione più ampia e la sentiva nel sole, nelle nuvole, nei silenzi».

Prima dell’ultimo tragitto, ha parlato anche la sorella Marisa. Dopo aver ricordato che Armando non cercava di mettersi in mostra, per ironia della sorte è finito sui giornali. «Accettalo - ha detto - affinché chi ti ha conosciuto e apprezzato si ricordi di te per quello che hai fatto». E poi, appunto, tanti «grazie per i 52 anni trascorsi in famiglia, nella quotidianità, per i momenti belli regalati dalle tue capacità, ma anche per i difetti tuoi e nostri, per la curiosità che dimostravi per l’amore per le cose belle e per le cause giuste, per la presenza sulle cime, per essere stato maestro di arrampicata dei miei figli, per essere stato vicino alla mamma Gabriella, per il grande amore che hai dato per vent’anni a Roberta, grazie per quello che hai fatto, costruito, amato». Parole, quelle di Marisa che hanno commosso.

Infine, Luciano Malfer, il cognato che insieme ad Armando era stato sulle cime. Ha ricordato queste scalate e ha concluso, come si diceva. con l’espressione «Berg Heil». «Hai tre cordate da portare avanti - ha detto concludendo - quella con la mamma Gabriella, con la sorella Marisa, con la moglie Roberta».

Tra la folla, ieri in chiesa molti colleghi di Armando, colleghi di lavoro, colleghi di scalate, ma anche colleghi della moglie Roberta (educatrice al nido di Pergine). Poi, i colleghi hanno accompagnato il feretro al cimitero nuovo dove Armando Speccher è stato sepolto.













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