peio 

Una targa per i nomi di 56 caduti  

Inaugurata durante la commemorazione dei Kaiserschützen


di Alberto Penasa


PEIO. “La memoria del passato deve essere un nostro prioritario dovere morale, importante base per la costruzione pacifica e duratura della comune avventura europea, in cui i valori assolutamente prioritari possano essere fraternità e pace, al posto di concetti e drammatiche realtà come odio, sangue e guerre”: queste le parole pronunciate a Peio Paese da don Marco Saiani, vicario generale dell’Arcidiocesi Trento, durante la solenne commemorazione dei Kaiserschützen del Piz Giumela, manifestazione in ricordo di tutti i Caduti in guerra e in particolare dei soldati imperiali emersi dai ghiacci dell’alta Val di Peio e del Presena. L’evento, organizzato dal Museo “Peio 1914 - 1918. La Guerra sulla porta”, diretto da Maurizio Vicenzi, ha visto, nonostante la pioggia continua, la folta partecipazione di delegazioni della Croce Nera austriaca, Kaiserjäger e Kaiserschützen tirolesi, Standschützen e Schützen trentini, nonché numerosi Alpini in congedo della Val di Sole. Come ricordato dal sindaco di Peio Angelo Dalpez, la cerimonia è stata realizzata a 100 anni esatti dal tragico 3 settembre 1918, “quando diversi Kaiserschützen caddero nella seconda battaglia del San Matteo, meglio conosciuta come la più alta battaglia della storia: i soldati imperiali perirono durante la grande offensiva sferrata dagli austro - ungarici per riprendere Punta S. Matteo, caduta, il 13 agosto prima, in mano agli Alpini italiani guidati dal capitano mantovano Arnaldo Berni, tuttora prigioniero dei ghiacci del S. Matteo”. Secondo il professore Erwin Fitz, colonnello dell’Esercito federale austriaco e presidente della Croce Nera del Voralrberg, “la commemorazione si basa su valori attuali, visti i contemporanei numerosi venti di guerra che spirano in tutto il mondo”. Fitz ha inoltre ringraziato di cuore “la comunità della Val di Peio per il costante affetto tributato ai diversi soldati imperiali sepolti a San Rocco”, ricordando inoltre “l’impegno comune per la costruzione di un’Europa in cui i confini siano solo amministrativi ma non reali”. Dello stesso avviso il presidente della Provincia di Trento Ugo Rossi che, nel ricordare i futuri eventi del 14 e 17 ottobre per ricordare i 12.000 caduti trentini con la divisa austroungarica sinora dimenticati, ha rimarcato “la basilare importanza della cerimonia di Peio, un essenziale momento di incontro per continuare ad esprimere la fondamentale supremazia della pace, valore per il quale tutti noi dobbiamo essere impegnati in prima persona”.

È stata poi inaugurata una grande targa bronzea con incisi i 56 nomi dei Caduti della Val di Peio durante la Grande Guerra, ricordati singolarmente dal parroco locale don Enrico Pret; ai piedi della targa i discendenti di questi defunti hanno poi deposto numerosi lumini votivi.













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