chiuso il 3° convegno internazionale  

Stufe di Sfruz, il lavoro continua 

Riscoperta e catalogazione impegni principali degli organizzatori



SFRUZ. Un paese e le sue stufe ad olle, una grande storia antica che ha ancora tanti capitoli da scrivere. Può essere questo il succo del 3° convegno internazionale sulle antiche stufe ad olle di Sfruz, convegno che sabato ha chiuso i lavori con una sintesi dei relatori arrivati da vari Stati europei ma anche dalla Siberia (Irkutsk) e quindi dal lontano Marocco. “Grazie ai relatori per il contributo scientifico portato al convegno ma soprattutto per la disponibilità, l'attenzione e l'amicizia che hanno dimostrato verso la proposta di un piccolo paese come Sfruz” - ha detto Benito Cavini, presidente dell'associazione Antiche Fornaci di Sfruz che ha organizzato il convegno. I lavori, aperti a Cles, martedì scorso, hanno visto il susseguirsi di quasi 30 relazioni che non solo hanno riguardato il passato con un raffronto storico sull'antica arte della ceramica, ma anche l'evoluzione del sistema di riscaldamento alla luce delle tecnologie moderne. Infatti le stufe ad olle, come risulta dalle documentazioni e dalle presenze ancora ‘vive’ dei manufatti originali in tanti manieri, case nobili ma anche semplici abitazioni delle valli del Noce e della regione, da Sfruz si sono diffuse per mezza Europa arrivando fino al castello di Schönbrunn, la reggia degli Asburgo a Vienna.

Ma sono ancora tante quelle ancora da riscoprire e da catalogare, un lavoro che l’associazione presieduta da Cavini ha avviato qualche tempo fa aggiungendo sorprese a sorprese. Ecco quello del censimento e della datazione di queste ancora sconosciute bellissime stufe costruite dai mastri fornelari: numeri importanti basti pensare che tra il 1792 e il 1854, un arco di tempo di circa 62 anni, dalla fornace dei Cavosi di Sfruz uscirono, su ordinazione, ben 1.121 stufe, moltissime delle quali verso la Mitteleuropa. Un libro dunque quello sulle stufe di Sfruz tutto da completare anche se le Antiche fornaci, con il direttore scientifico Francesco Angelelli e l’impegno costante del direttivo, ci sta lavorando da qualche tempo con sempre nuove aggiunte e scoperte.

Ha destato l’ammirazione dei relatori la visita a Castel Valer a Tassullo dove il conte Ulrico Spaur, con signorile ospitalità, ha aperto perfino gli spazi più privati del maniero lasciando tutti a bocca aperta. Ai convegnisti è stata anche data l’occasione di una full immersion nella valle di Non con la visita a San Romedio (dove pure sono conservate stufe di Sfruz) ed alle varie ricchezze culturali e di paesaggio con l’esperienza straordinaria vissuta al Golden Theatre di Mondo Melinda con il viaggio virtuale nelle avveniristiche celle ipogee dove vengono conservate le mele. Elogi dei partecipanti agli organizzatori tra cui il sindaco del paese, Andrea Biasi, che sta curando tra l’altro una pubblicazione sulle stufe di Sfruz nei vari contesti nobiliari. Complimenti infine alla conduzione dei lavori con le traduzioni simultanee a cura di Nicolas Chini, che si è alternato con disinvoltura ed abilità tra italiano, tedesco ed inglese. (g.e.)















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