Stoppare la fusione? Revò sceglie 

La petizione popolare. Stasera il consiglio comunale deve decidere se proseguire il percorso o annullarlo come ha già chiesto quello di Brez «Nelle comunità cresce la perplessità e le firme raccolte evidenziano la convinzione di un nutrito gruppo di cittadini di interrompere il processo»


Giacomo Eccher


Novella. Il prossimo 1 gennaio 2020 dovrebbe nascere il comune Novella, ma succederà davvero? Contro la fusione dei comuni di Cagnò, Romallo, Revò, Cloz e Brez, approvato da un referendum consultivo del maggio 2016, a breve dovrebbe pronunciarsi il Consiglio regionale con un apposito disegno di legge, ma sui tavoli della Regione in via Gazzoletti a Trento, sono piombate le 930 firme che singoli comitati spontanei di cittadini hanno raccolto nei comuni interessati per annullare o quanto meno sospendere l’iter.

Sul punto nei giorni scorsi si è già pronunciato all’unanimità, “avvallando” le firme raccolte in paese, il consiglio di Brez e oggi toccherà a quello di Revò, i due centri più popolosi della Terza Sponda dove peraltro le firme raccolte hanno toccato i numeri maggiori.

Nel dettaglio infatti le 930 firme - che come detto sono state raccolte paese per paese da comitati distinti e sorti spontaneamente senza nessuna particolare regia, come sostengono i promotori - vengono da Revò (458), da Brez (304), da Cloz (127) e da Cagnò (47). Nemmeno una, almeno a quanto risulta, da Romallo, il comune che secondo il progetto di fusione andato a referendum tre anni fa era indicato come sede di alcuni dei servizi più significativi del comune unificato.

La petizione “blocca fusione” prende spunto dalla nuova situazione che si è verificata in Provincia dopo il voto di ottobre 2019 riguardo alle gestioni associate ed il loro obbligo.

«Considerata l'esperienza dei Comuni che hanno già aderito alle fusioni in Provincia di Trento, ove per mantenere la loro identità, molto spesso, sono state create nelle ex municipalità delle Asuc con conseguente spreco di risorse pubbliche e complicazione del livello decisionale, a dimostrazione di quanto sia radicata nel nostro territorio l'identità comunale; considerato quindi il concreto rischio della perdita di identità di ogni singola comunità rappresentata da ogni singolo Comune non compensata sicuramente dai presunti benefici di un'eventuale fusione; considerato altresì il tempo trascorso dalla data del referendum consultivo tenutosi nel maggio 2016, tempo che ha consentito alla popolazione di meditare e maturare le reali conseguenze della fusione per le singole comunità della fusione, che sulla spinta politica dell'allora Giunta provinciale, erano state probabilmente sottovalutate e non pienamente considerate dai cittadini; i firmatari chiedono nei fatti di soprassedere alla fusione».

«Nelle varie comunità – affermano - cresce la perplessità sulla fusione e le firme raccolte, con “libero slancio popolare”, evidenzia la convinzione di un nutrito numero di cittadini di non voler più aderire alla fusione nel proposto Comune di Novella e di ritenere indispensabile mettere in atto tutto quanto sia necessario dal punto di vista politico/giuridico per interrompere il processo che non è ancora concluso!»













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