Cloz: «Meleti lontano dalle case, bravo sindaco Floretta»

VAL DI NON. Bravo sindaco! Si può leggere così l’intervento di Virgilio Rossi di Sae che esprime soddisfazione per la proposta del sindaco di Cloz, Natale Floretta, per l’investimento che favorirà l'...



VAL DI NON. Bravo sindaco! Si può leggere così l’intervento di Virgilio Rossi di Sae che esprime soddisfazione per la proposta del sindaco di Cloz, Natale Floretta, per l’investimento che favorirà l'allontanamento dal centro abitato della frutticoltura intensiva, per tutelare la qualità della vita dei residenti dai pesticidi usati nei trattamenti. “In Comunità di Valle, Sae aveva proposto questa soluzione, ma all'epoca, poco più di 5 anni fa, era impensabile essere ascoltati dagli amministratori e dai consiglieri in assemblea. Lo stesso sindaco di Cloz, allora nel gruppo della Lega, osteggiava fermamente le proposte di Sae per la tutela della salute e per il miglioramento della qualità della vita” - scrive Rossi rimembrando le sua battaglie, apparentemente inutili, nell’allora elefantiaca assemblea del Comprensorio a Cles. Ma come si dice, meglio tardi che mai. “Ci auguriamo che quanto proposto a Cloz sia di esempio per gli altri Comuni della Valle. È importante però agire anche con la conversione in biologico dei meleti coltivati con metodo integrato situati vicino alle case, o meglio ancora, cambiandoli con altre coltivazione che non necessitano di trattamenti con atomizzatore: ortaggi, cereali…ed inserirli nella filiera corta per l’uso e consumo locale e per valorizzare il turismo enogastronomico della valle” - scrive Rossi. Gli enti pubblici, Comuni, Provincia, dovrebbero intervenire con forza sostenendo finanziariamente questo progetto che avrebbe dei risvolti positivi sia dal punto di vista dell’economia agricola-turistica locale, sia per migliorare la qualità della vita. Inoltre il paesaggio sarebbe sicuramente più attraente per il turismo della Val di Non, che deve trovare una sua ben precisa identità in sintonia con l’agricoltura. Altro problema che sembra emergere è l’ulteriore incremento di disboscamenti per far posto alle nuove coltivazioni di meleto biologico. Se da una parte si inizia ad abbandonare l’uso dei pesticidi di sintesi, dall’altra si toglie sempre più spazio alla biodiversità del bosco e al paesaggio della valle. “Non è questa la strada da seguire: sì allo sviluppo del biologico, ma usufruendo esclusivamente frutteti già esistenti e non distruggendo ulteriormente il bosco”. (g.e.)















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