Bonifiche, danni e soldi pubblici 

La protesta. Il Comitato Boschi di Villa d’Anaunia segnala il caso del riordino Valgrande, che comprende terreni  comunali. Con l’avallo della Provincia si spendono 730 mila euro per rimediare al rischio geologico post - intervento 



Ville d’anaunia. Prima si fa il danno, poi si rimedia…. Tutto con soldi pubblici. Il caso è quello del riordino Valgrande a Tuenno, in comune di Ville d’Anaunia, e a segnalarlo è il Comitato Boschi che con una raccolta di firme (oltre 400) inutilmente aveva cercato di evitare il coinvolgimento del Comune, che è entrato nell’operazione con alcuni terreni di proprietà pubblica, nell’iniziativa portata avanti dal Consorzio di miglioramento fondiario di Tuenno.

I lavori necessari

A sollevare le perplessità del Comitato è la Determinazione n° 314/2019 a firma del dirigente del Servizio agricoltura della Provincia che oltre ad ammettere in graduatoria i lavori del riordino Valgrande (come pure quello in località Ran del Cmf di Nanno, sempre a Ville d’Anaunia) nell’allegato relativo alle spese ha inserito “interventi per la messa in sicurezza idrogeologica dei terreni quali scogliere, terre armate, gradoni, ciglioni, murature tradizionali, terrazzamenti di bonifica agraria, comprese opere di sostegno e consolidamento dei versanti”.

In entrambi i riordini si prevede l’ampliamento di aree frutticole con il contestuale abbattimento e “bonifica” di boschi. Per l’area Valgrande di Tuenno, in particolare, il Comitato Boschi Ville d’Anaunia si era dato molto da fare per indurre l’amministrazione comunale a rivedere il progetto e non concedere l’uso del bosco gravato da uso civico. Si ricordava che, oltre al danno patito dalla comunità, che va a perdere un bene pubblico usufruibile, la “bonifica” comporta anche il danno rappresentato da aggravati rischi idrogeologici che possono esserci con l’abbattimento del bosco.

Vicenda kafkiana

«Leggere nella determina provinciale che si finanziano con soldi pubblici interventi per rimediare a rischi idrogeologici causati dalla bonifica stessa ci lascia sbalorditi!» - scrive il Comitato. E aggiunge. «Prima si negano eventuali danni e rischi idrogeologici e poi si danno soldi pubblici per evitarli? Prima si finanzia con soldi pubblici l’abbattimento di un bosco, che di per sé argina il rischio idrogeologico e poi, ancora con soldi pubblici, si finanzia la messa in sicurezza che la sparizione del bosco provoca? Una vicenda kafkiana, che farebbe ridere se purtroppo non fosse vera e soprattutto avvallata dalla stessa Provincia Autonoma, che attraverso i suoi uffici nega i rischi e poi finanzia opere ritenute necessarie per evitarli. Tutto questo con fondi pubblici tutt'altro che trascurabili, che arrivano a circa 730.000 euro per il riordino “bonifica” Valgranda. Soldi pubblici che, ci teniamo a ricordare, vanno a vantaggio di pochi privati proprietari dei frutteti coinvolti nel riordino».

Le mele sono già troppe

Un caso che, è sempre il Comitato Boschi a sostenerlo, non è affatto isolato, basta guardarsi attorno. «Restando in Val di Non, ormai di mele ne abbiamo fin troppe e proprio in questi giorni circolano voci che nonostante le vendite a prezzi molto concorrenziali, sarà difficile per la fine della stagione smaltire le giacenze ancora accumulate nelle celle frigo. Oltre all’organizzazione dei produttori, anche l’ente pubblico che concede contributi con soldi di tutti noi, dovrebbe vigilare e programmare meglio i suoi interventi, vedendo un po’ più il là del proprio naso».

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