«Ancora inascoltata la volontà popolare» 

Dura presa di posizione del Sae dopo il via libera del consiglio di Ville d’Anaunia alla bonifica fondiaria



VILLE d’ANAUNIA. «Si conferma per l’ennesima volta come la volontà popolare viene puntualmente inascoltata». Questa almeno l’opinione del gruppo Sae (Salute Ambiente Economia) della Val di Non in merito al via libera del Consiglio comunale di Ville d’Anaunia alla bonifica fondiaria in località Valgranda di Tuenno, di cui abbiamo dato ampiamente notizia nell’edizione di ieri. Una decisione che al Sae evidentemente non è piaciuta, anche perché è venuta dopo che nei mesi scorsi un comitato aveva raccolto la bellezza di 400 firme per opporsi a tale decisione. Tante voci rimaste appunto inascoltate.

«In Val di Non su certi argomenti l’esito è scontato, prevalgono gli interessi di settore o meglio il numero dei voti che porta il settore agli amministratori pro tempore dei Comuni. Normalmente questa è la regola, in perfetta sintonia con il collaudato sistema del voto di scambio», scrive in una dura nota il portavoce Virgilio Rossi. Che prosegue così: «Questo intervento sicuramente non è in sintonia con quanto sulla carta si continua a profetizzare: tutela del paesaggio, tutela della salute, sinergia fra turismo agricoltura. Tutto sulla carta, ma in realtà in concreto si rispettano sempre i privilegi delle caste che portano i voti. Certamente non possiamo continuare in questo modo, oltre che un discorso politico ma soprattutto di coscienza di tutti: amministratori, agricoltori, eccetera. Dobbiamo renderci conto che continuando in questa maniera, non possiamo fare altro che alimentare un sistema che si ritorcerà contro di noi indistintamente anche da un punto di vista economico. E se anche pare collegabile anche da un punto di vista ambientale, di qualità della vita».

Come ricorda Rossi, il gruppo del Sae aveva già sperimentato questa situazione in una propria mozione presentata in assemblea dell’allora Comunità della Valle di Non a Cles nel 2013, mozione con cui si chiedeva salvaguardia del territorio e specificatamente delle aree a bosco ed agricole, della Val di Non. «Puntualmente - conclude Rossi - la maggioranza di allora rappresentata dal centrosinistra, aveva proposto di ritirarla, a meno che non venisse in parte rivista riducendo di fatto i vincoli per il settore agricolo. La mozione venne emendata in tal senso e approvata. E annacquata». (g.e.)















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