Soppresso l’ambulatorio ecco il “percorso nascite” 

Non è bastato l’ecografo offerto dal Comune di Lavis per convincere l’Azienda  sanitaria a ripristinare il servizio di ginecologia nel presidio di via Rosmini


di Daniele Erler


LAVIS. C’è delusione e rabbia a Lavis per la soppressione del servizio di ginecologia al poliambulatorio di via Rosmini. Una decisione calata dall’alto e che l’Azienda sanitaria ha motivato per la presenza di servizi analoghi a Trento e Mezzolombardo. Ma la notizia – arrivata in paese senza alcun preavviso – non convince l’amministrazione comunale, che ha sottolineato l’importanza del servizio, soprattutto per le giovani donne.

In realtà è già qualche mese che le visite ginecologiche, che prima a Lavis si tenevano una volta a settimana, sono state soppresse: ma in un primo momento sembrava fosse solo un’interruzione temporanea. A inizio settembre è arrivata la conferma: la chiusura è definitiva.

L’assessore Isabella Caracristi ne ha parlato giovedì sera in Consiglio comunale, spiegando che l’amministrazione ha cercato di fare pressioni con una mossa a sorpresa: l’acquisto di un ecografo, da mettere a disposizione dell’Azienda sanitaria, in cambio della riapertura dell’ambulatorio. Una scelta che probabilmente avrebbe suscitato qualche critica: secondo Roberto Piffer, consigliere della Civica, e Monica Ceccato della Lega, troppe volte a Lavis ci si prende carico di spese che dovrebbero essere effettuate dalla Provincia (o da altri organi competenti).

In ogni caso qualche giorno fa l’Azienda sanitaria ha fatto sapere che non sarebbe bastato l’ecografo a far cambiare idea. E allora – con un emendamento alla variazione di bilancio – il sindaco Andrea Brugnara ha deciso di annullare l’acquisto e destinare altrove quei fondi: saranno utilizzati l’anno prossimo per la manutenzione di due muri, all’oratorio e in piazza Loreto.

Per quanto riguarda l’ambulatorio di ginecologia, Lavis ha ottenuto quanto meno l’attivazione in paese di un “percorso nascite”, a favore delle future mamme, soprattutto nel periodo del pre-parto e poi nelle prime settimane successive. «È un servizio molto importante, che siamo contenti di poter avere qui», ha sottolineato l’assessore Caracristi. Per il resto ci si dovrà rivolgere a Trento o Mezzolombardo. Fatto rimarcato dall’opposizione: «Ci fa male pensare che l’Azienda sanitaria stia impoverendo il territorio, risparmiando sulla diffusione capillare di alcuni servizi», ha detto Piffer. «Sono state fatte scelte sbagliate – ha aggiunto Ceccato, che ha allargato il discorso all’intera provincia – e ora ne paghiamo tutti le conseguenze».

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