IL CASO

San Michele: l’albero di Natale sul fiume ora crea imbarazzo 

Da una parte la tradizione, dall’altra i disastri del maltempo Il Comitato: «Consapevoli, ma a noi serve un albero sano»



SAN MICHELE ALL’ADIGE . Quest’anno il tradizionale albero di natale, che ogni anno decora il fiume Adige quale messaggio di unione tra gli abitati di San Michele all’Adige e Grumo, rischia di non arrivare in tempo per le festività.

Una situazione anomala, verrebbe da pensare, considerando i disastri ambientali dettati dal maltempo dei giorni scorsi. Ma proprio a causa di questo fatto, il comitato carnevale di San Michele, che ogni anno è tra i promotori di questa singolare tradizione, per la prima volta si trova in difficoltà a reperire un albero adatto.

"Siamo alla ricerca di un albero natalizio da mettere a galla sull’Adige per quest’anno - scrivono dal comitato carnevale di San Michele -. Fare quest’opera richiede alcuni giorni di lavoro per una decina di persone.

Generalmente qualche privato a casa sua o in una piccola azienda ci concedeva la pianta anche per una comodità personale, ovviamente noi lo facciamo gratis e loro non hanno problemi d'inverno, con i carichi di neve che ci possono essere, i quali causano rotture, cadute di rami e altro. Quando vedevamo qualche albero, provavamo a chiedere o delle volte venivano da noi direttamente.

Però quest’anno facciamo fatica, e ci rendiamo conto che è brutto tagliare una pianta sana dopo quello che ha provocato la tempesta”.

Inoltre, il direttivo del comitato carnevale spiega che per questioni d’equilibrio e di visibilità dalla strada provinciale che costeggia il fiume Adige, l’albero dovrebbe essere alto circa una quindicina di metri e presentare quanto più possibile un profilo natalizio.

“Non è sempre facile fare quest'opera - continuano -, visto che l'albero lo portiamo via per intero e va anche conservato bene fino alla messa sulla zattera: non si deve rompere, piegare, quindi è un trasporto particolare”.

Viene anche sottolineato che: “non abbiamo pensato di prendere alberi caduti per motivi che partono dalla mancanza della simmetria, quindi di equilibrio, dal fatto che non possiamo addobbarli, in quanto molti sono spogli e per problemi legati alla distanza da dove sono caduti (Pinè e Val di Fiemme)”.

Il comitato conclude poi questo suo piccolo appello dicendo: “Ci rendiamo conto che non è l’anno migliore per fare questo tipo di richieste, visto i disastri ambientali appena successi, ma per noi mantenere la tradizione è importante”. (d.b.)













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