Riaperta ieri la strada statale a Capriana

Valle di cembra. Per la Val di Cembra è la fine di un incubo. Ieri nel tardo pomeriggio ha riaperto, in anticipo, la statale all’altezza di Capriana, ripristinando di fatto il collegamento diretto...



Valle di cembra. Per la Val di Cembra è la fine di un incubo. Ieri nel tardo pomeriggio ha riaperto, in anticipo, la statale all’altezza di Capriana, ripristinando di fatto il collegamento diretto con la val di Fiemme. Fino a lunedì mattina, il traffico sarà regolare e a doppio senso di marcia. Per permettere il completamento dei lavori, dal lunedì al venerdì si passerà al senso unico alternato, dalle 8 alle 18. La sera, la notte e nel weekend si tornerà a circolare nel doppio senso di marcia. L’apertura completa della strada è prevista per il 9 di agosto.

I lavori continuano

La chiusura completa della statale era servita per i lavori urgenti, dopo la grossa frana del 29 maggio, quando circa tremila cubi di materiale erano caduti sulla strada. Sono passati 44 giorni e ieri finalmente sono stati sgomberati gli ultimi residui, anche con l’aiuto di un elicottero.

La ditta incaricata ha fatto i lavori a tempo di record, tenendo aperto il cantiere fino a tarda serata. Mercoledì una decina di massi, quelli più grossi (compreso uno da 40 metri cubi), sono stati perforati e poi fatti brillare, sotto il controllo dell’esplosivista Annamaria Bogo. I residui diventeranno sassi da scogliere che il Servizio bacini montani utilizzerà lungo gli alvei di fiumi e torrenti.

Nelle scorse settimane, una trave armata con i tiranti aveva permesso di bloccare la parete, nella parte più danneggiata. C’era stato il disgaggio di alcuni massi, mentre la parete era stata messa in sicurezza con pannelli e reti in fune. Nelle prossime settimane, sarà sistemata la barriera paramassi e riasfaltata la strada.

I disagi

La chiusura forzata della strada statale a Capriana aveva scatenato le proteste in Val di Cembra. Il problema principale era stato il blocco del flusso dei turisti diretti in val di Fiemme. Un disastro economico per gli operatori della zona, in piena estate. D.E.















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