Pio Malfatti, venticinque anni di corsa 

Mezzolombardo: l’ultramaratoneta ha partecipato a 300 gare e percorso, compresi gli allenamenti, 150 mila chilometri  


di Marco Weber


MEZZOLOMBARDO. Cento maratone terminate sotto le tre ore. Basta solo questo per dare un'idea di che tipo di atleta è Pio Malfatti, classe 1962, maratoneta e soprattutto ultramaratoneta rotaliano. Si, perché per l'atleta Pio Malfatti il percorso di 42, 195 chilometri tipico della maratona è tutto sommato un percorso breve.

Le gare che lui solitamente preferisce correre sono quelle che in termini tecnici vengono definite ultramaratone e si svolgono su una distanza che supera abbondantemente quella canonica della maratona, arrivando fino a cento chilometri. Questo atleta di Mezzolombardo di ultramaratone ne ha corse parecchie nella sua carriera sportiva, arrivando a diventare campione del mondo ed europeo in questa specialità con addosso la maglia della nazionale italiana.

La prima gara, la maratona di Monaco di Baviera, Pio Malfatti la corse nel maggio del 1994 all'età di 32 anni. Quest'anno ricorre il venticinquennale da quella gara, 25 anni nei quali ha partecipato a oltre 300 gare, tra maratone e ultra, percorrendo in tutto, allenamenti compresi, oltre 150.000 km.

Seimila chilometri all'anno più o meno. Oltre trecento paia di scarpe consumate. Niente male per un atleta non professionista, di professione Malfatti è imbianchino. A parte qualche rimborso spese ogni tanto, il costo di trasferte e materiale è da sempre a carico suo.

Non è uno sport ricco quello che Malfatti pratica. Anche quando correva con la maglia azzurra, dal 2003 al 2008, spesso i rimborsi non erano sufficienti per coprire tutte le spese. Ma Pio Malfatti non si lamenta di questo.

La passione è passione. Soddisfazioni peraltro Pio Malfatti ne ha avute tante, in questi 25 anni. Una maratona vinta, a Treviso nel 2005. Una ultramaratona vinta, a Jesi nel 2004. Il 143° posto assoluto nel 2003 alla Maratona di New York su 50.000 partecipanti, quinto degli italiani. La maglia azzurra, traguardo raggiunto alla bella età di 42 anni. Questo non è tutto, ovviamente, c'è molto ma molto di più.

«Ho girato il mondo - afferma l'ultramaratoneta Pio Malfatti -, ho corso al Polo Nord e nel deserto africano. Ho corso in Cina, a Taiwan, in Giappone e anche in Corea del Sud dove alla partenza siamo arrivati accompagnati non dalla banda musicale ma da militari armati. Ho partecipato a una gara 500 metri sottoterra, un percorso tutto sotterraneo nelle miniere di sale in Germania. Lo scorso 3 dicembre ho corso la ultramaratona di 54 km da Sorrento a Positano. Sono arrivato decimo assoluto, davanti a moltissimi atleti anche più giovani di me. Primo di categoria, il secondo è arrivato dopo mezz'ora». Sempre ha ottenuto risultati di classifica più che onorevoli.

Attualmente Malfatti corre per l'Atletica Rotaliana e di questo è molto orgoglioso. «È la squadra del mio paese - afferma - ed è bello portarne i colori». Ma come si fa a correre così tanti anni ad alti livelli agonistici? «La testa è importante, più importante delle gambe. Ci vogliono determinazione, senso del sacrificio, rispetto per gli altri. Lo sport è sicuramente una bella lezione di vita. L'invidia non mi appartiene, quando mi chiedono consigli io li do volentieri. E se in gara mi sorpassano, vuol dire che sono più bravi di me».

Nel futuro di Pio Malfatti ci sono due obiettivi. Anzi: un sogno e un obiettivo. Il sogno è partecipare alla Spartathon, ultramaratona di 240 km da Sparta ad Atene. L'obiettivo è correre almeno una maratona all'anno finché la salute glielo permetterà. Parecchi anni ancora, quindi. Scommettiamo?













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