Padre e figlio, un dialogo nell’arte 

Lavis, Luciano Cembran espone per la prima volta con Gianfranco, autistico e appassionato di disegno


di Nicola Baldo


LAVIS. L'arte è un linguaggio. È un'espressione. È una forma di comunicazione. L'arte può essere tantissime cose. Per Gianfranco l'arte, il disegno, è una strada per raggiungere davvero tutti. Per mettere nero su bianco, pardon, colori su bianco quello che gli passa per la testa. Lavisano, a fine anno Gianfranco spegnerà 29 candeline e l'arte ormai lo accompagna da sempre, da quando era piccolissimo. Ritagliandosi un ruolo importantissimo nella vita di Gianfranco, un ragazzo che da sempre soffre di autismo e che ripercorre le orme di suo padre, Luciano Cembran, artista lavisano che ormai si cimenta con colori e pennelli da una quarantina d'anni.

L'arte li ha uniti nella mostra “Aquerelli e pastelli” aperta nei giorni scorsi a Palazzo de Maffei, la prima nella quale gli acquerelli di papà Luciano sono stati esposti accanto ai disegni di Gianfranco. «Questa è una cosa che volevo fare davvero da tanto tempo – racconta Luciano Cembran –. Volevo fare da tempo una collettiva che comprendesse anche i disegni di Gianfranco ed ora, grazie a questa esposizione curata dall'associazione Pontavisio, è diventata realtà».

La natura e gli animali sono una grande passione per entrambi. Anche se con sfumature diverse. Luciano ama passeggiare nei boschi intorno a Lavis, fotografare animali ed uccelli e poi riprodurli con la tecnica degli acquerelli. Gianfranco, invece, ha nei documentari e nella propria fantasia la principale fonte d'ispirazione. Per disegnare e riprodurre dinosauri, animali fantastici e della savana. «Gianfranco è sempre stato molto appassionato della preistoria – racconta papà Luciano – non ha nemmeno bisogno di fotografie o altro per prendere ispirazione. Inizia a disegnare e si immerge completamente nella sua opera. Senza nemmeno alzare mai la matita dal foglio».

Nelle storiche sale di Palazzo de Maffei ecco, allora, che il pettirosso si è posato accanto al tirannosauro. Ecco che il tratto fantastico delle opere di Gianfranco si affiancano alle realistiche rappresentazioni di papà Luciano. «Quella per il disegno è una passione che ho fin da piccolo – racconta il giovane lavisano – nata guardando mio padre dipingere. All'inizio, quando ero bambino, era lui a fare dei disegni per me ma poi piano piano ho iniziato a farli da me. Mi piace raffigurare degli animali ma anche le persone. Sono stato molto contento di aver visto tante persone venire a vedere questa mostra, è bello poter esporre con papà». Durante il giorno Gianfranco è impegnato nella cooperativa di solidarietà CS4. Ma poi, di sera, a casa, c'è solamente una passione. «Ogni giorno disegno almeno un paio d'ore – prosegue Gianfranco – mi piace molto guardare papà quando dipinge, ma non ho mai voluto copiare qualcosa che ha dipinto lui. Ho sempre cercato di disegnare quello che mi piace». Un'arte che si è affinata un passo alla volta. Diventando per Gianfranco un linguaggio perfetto per aprirsi al mondo esterno e per confrontarsi con esso. Arrivando a questa mostra, inaugurata ed aperta contestualmente alla fiera della Lazzara, che ha attirato parecchi visitatori fra cui il professore e critico d'arte Pietro Marsilli venuto appositamente per vedere la tecnica di Gianfranco.

«Adesso sì, vorrei fare ancora un'altra esposizione insieme – conclude Luciano Cembran – non ho mai voluto forzare Gianfranco a fare quello che faccio io o ad interessarsi all'arte. Ci si è avvicinato per conto suo ed ora è un aspetto davvero molto positivo della sua vita. Io ho sempre prediletto l'olio su tela come tecnica, ma nel 2015 ho voluto svoltare buttandomi sugli acquerelli, mentre al Centro Color di Trento ho sviluppato alcune opere astratte».













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