IL CASO

Lavis, "Porteghi e Spiazi", il verdetto dell'Appa: non è un Eco-evento. Saltano i contributi

Ispezione in borghese. Un portico non ha saputo dimostrare la provenienza dei suoi prodotti dalla filiera trentina e non ha dato indicazioni sulla possibilità di bere gratuitamente acqua potabile. Il presidente della Pro loco Andrea Ghensi ammette: "Purtroppo non abbiamo ottenuto la conferma del marchio ma siamo tutti volontari e il direttivo è nuovo. La prossima volta andrà meglio". LA FOTOGALLERIA sulla tre giorni. - L'ARTICOLO: in arrivo una nuova formula.


di Daniele Erler


LAVIS. A Lavis la festa dei Porteghi e Spiazi doveva essere all’insegna della sostenibilità e del rispetto per l’ambiente. Ma un’ispezione in borghese dei responsabili dell’Appa – l’azienda provinciale per il rispetto per l’ambiente – ha per il momento dato un verdetto senza appello: la festa dei giorni scorsi non è stata un Eco-evento.

In palio c’era un marchio riconosciuto a livello provinciale e soprattutto la possibilità di accedere a una serie di contributi. I volontari si sono impegnati a ridurre i rifiuti e a una serie di accorgimenti per il rispetto dell’ambiente, ma non è bastato.

Ufficialmente – secondo quanto ha confermato al Trentino la Pro loco di Lavis – un portico non ha saputo dimostrare la provenienza dei suoi prodotti dalla filiera trentina (almeno tre sono obbligatori) e non ha dato indicazioni sulla possibilità di bere gratuitamente acqua potabile: sono criteri indispensabili per il riconoscimento dell’Eco-evento.

L'associazione coinvolta si è difesa dicendo che alla base di tutto ci sarebbe stata un'incomprensione con chi ha effettuato i controlli, ma ha preferito non rilasciare dichiarazioni per non alimentare le polemiche.

«Purtroppo è vero, non abbiamo ottenuto la conferma del marchio – dice il presidente della Pro loco, Andrea Ghensi – la formazione delle persone negli stand non è stata adeguata, sia per la nostra inesperienza a gestire eventi di questa dimensione, sia per la complessità della festa: c’erano undici stand gastronomici, con almeno quindici persone coinvolte in ogni posto, tutti volontari. E poi abbiamo pagato il ritardo, visto che il nuovo direttivo della Pro loco, completamente rinnovato, è stato eletto solo ad aprile. Ci riproveremo e la prossima volta andrà meglio».













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