L’azienda in cui la carta  ritorna materia prima 

La “Moser Marino e figli”. Con poche altre ha ricevuto un premio dall’Istituto superiore  per la protezione e la ricerca ambientale. Nella sede principale di Lavis lavorano 40 persone 


DANIELE ERLER


Lavis. C’è anche un’azienda con la sede in zona industriale a Lavis fra quelle premiate nei giorni scorsi ad Abano Terme, in provincia di Padova, dall’Ispra, l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale. La “Moser Marino e figli” si occupa di recupero di rifiuti, soprattutto di carta. Ha ottenuto il riconoscimento per la sua “dichiarazione ambientale”, «per aver reso fruibili ed accattivanti i documenti di adesione ad Emas e le misure di sostenibilità adottate». La sigla “Emas” indica un certificazione europea, assegnata alle aziende e alle organizzazioni che nell’Unione Europea decidono volontariamente di impegnarsi per la propria efficienza ambientale. Per l’occasione il Trentino ha visitato l’azienda a Lavis: è la sede principale, anche se da qualche tempo c’è anche una filiale a Rovereto. È un modo per capire il lungo viaggio fatto dai rifiuti, dal momento in cui ricicliamo a quando tornano ad essere materia prima, destinata alle cartiere di tutto il mondo.

La carta non è tutta uguale

Nel piazzale si muovono i camion che portano la carta e gli operai con i muletti. Qui a Lavis conferiscono le grandi aziende, le tipografie, ma anche le municipalizzate che raccolgono i rifiuti urbani. Nel capannone ci sono i grandi rulli e le presse che prepareranno i mucchi di materiale per lo stoccaggio. Un trituratore industriale distrugge i documenti, soprattutto quelli che contengono dati riservati. Ma il passaggio più importante è quello della cernita: con gli operai ai nastri che scelgono come dividere i rifiuti in base alle loro caratteristiche, eliminando eventuali elementi estranei, come plastica, ferro o legno. Serena Moser – figlia e nipote dei titolari e responsabile del sistema qualità e ambiente dell’azienda – ci spiega che non esistono robot che possano sostituire gli uomini in questo compito: «Il lavoro degli operai è preziosissimo e garantisce la qualità delle lavorazioni». La carta stampata (compreso questo giornale) va ad esempio separato dalla “cartaccia” e dal cartone: perché a seconda della tipologia del materiale cambia anche la destinazione. Il risultato delle lavorazioni viene depositato nei capannoni e poi venduto come “materia prima secondaria” alle aziende cartarie. Servirà per la produzione vera e propria di carta riciclata in tutto il mondo, dalla Vallagarina alla Turchia.

La storia della Moser

L’azienda nacque nel 1945 nella sede storica di via Travai a Trento. Marino Moser iniziò riciclando i sacchi del cemento, utilizzati soprattutto per la ricostruzione dopo la guerra. I sacchi venivano battuti per togliere ogni residuo e poi ridotti di volume con delle presse manuali. Nel tempo l’azienda si è specializzata nel settore del recupero della carta, spostandosi prima a Ravina e poi nella sede attuale di Lavis, dove lavorano oggi una quarantina di persone. Il 21 luglio del 2012 un terribile incendio distrusse uno dei capannoni dell’azienda: per un’intera notte lavorarono centinaia di vigili del fuoco e i danni furono ingenti. Oggi quel capannone è stato completamente risistemato. Una volta all’anno di qua passano ragazzi e normali cittadini in visita all’azienda: «Sono momenti importanti. Vogliamo far capire cosa c’è dietro al riciclo della carta – spiega Serena –. Sarebbe bello riuscire a sensibilizzare le persone e far capire i benefici di una corretta raccolta differenziata»















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