I figli e la globalizzazione nel libro di Paolo Segnana 

Il direttore della Cassa Rurale Rotaliana e Giovo lo ha scritto per aiutare i genitori come lui e i giovani a capire la realtà attuale. «Serve un’alleanza tra generazioni» 


di Marco Weber


MEZZOLOMBARDO. Un libro che si occupa di globalizzazione e sue ripercussioni sulla nostra vita. Un libro «per aiutare a capire per grandi linee la situazione complessa che stiamo vivendo». Lo ha scritto Paolo Segnana, classe 1963, direttore della Cassa Rurale Rotaliana e Giovo. «Capire – afferma Segnana – aiuta ad essere meno illusi. Meno rassegnati, meno tristi, meno manipolabili, meno preoccupati, più consapevoli e fiduciosi in se stessi, nelle altre persone e nel futuro».

Il titolo del libro, edito da Erickson, una settantina di pagine, è “Nel ventre del pescecane”, sottotitolo “Genitori e figli di fronte alla globalizzazione”. Trae spunto da un e-mail che l'autore ha scritto al suo primogenito in occasione dei suoi vent'anni. Il titolo fa riferimento a un capitolo di Pinocchio, famosissimo libro di Collodi, quello dove il burattino e il suo babbo Geppetto si ritrovano nella pancia del grosso mammifero marino. La versione Disney ha poi trasformato il grosso squalo in una balena. La metafora del pescecane serve a Segnana per raccontare come l'uomo moderno sia stato e sia continuamente mangiato dal consumismo «che ci fagocita».

La globalizzazione è inevitabile, secondo Segnana, non si può tornare indietro, bisogna conviverci. Un fenomeno sociale ed economico che non ha portato solo negatività, ma «così come è stata pensata e realizzata ha mostrato tutti i suoi limiti: il prezzo che stiamo pagando è particolarmente pesante. I lavori sono sempre più precari e meno retribuiti». A questo si aggiunge anche che «le prospettive per i giovani sono penalizzate dal disinteresse della generazione precedente alla costruzione di una società più equa e più giusta». Troppo individualismo e troppo opportunismo, insomma.

«Più sono andato a fondo a studiare il fenomeno – sottolinea Segnana – e più ho capito che il periodo che stiamo vivendo è molto molto complesso e mette a confronto due realtà. Possiamo mettere come spartiacque il prima e il dopo della caduta del muro di Berlino. Chi come me è nato prima e i nativi digitali nati dopo la caduta del muro, in un mondo dove sono predominanti i fenomeni della tecnologia e del mondo globale. La maggior parte delle persone è a disagio. La smartphone unisce virtualmente un sacco di gente ma rende in realtà tutti più soli, manca il contatto diretto. Dal mio osservatorio di direttore di banca di credito cooperativo e di papà ho cercato di creare un qualcosa che potesse essere di aiuto alle persone, ai genitori e ai giovani. Serve un'alleanza tra generazioni, tra genitori e figli. Il noi deve essere necessariamente più forte dell'io. La società da sola non migliora, serve un impegno comune».

Il libro di Segnana, già uscito edito dal piccolo editore trentino “il Margine”, è stato ristampato riveduto e corretto da un'altra casa trentina ma con distribuzione nazionale: Erickson. Sarà nelle librerie tra qualche giorno. Potrebbe essere un ottimo regalo di Natale.















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